venerdì 30 ottobre 2015

“KEKARITOMENE” COLMATA DI GRAZIA


MARIA E' FIGURA DI
OGNI CREDENTE E DELLA CHIESA INTERA. CIO' CHE E' AVVENUTO A LEI DEVE ACCADERE A CIASCUNO E A TUTTI NOI.



"L'Angelo,
essendo entrato presso di lei,
le disse: Ave, o colmata di grazia, il Signore è con te”.
(Luca 1,28 traduzione interconfessionale)


1.

La “colmata dalla grazia”

"Gioisci, o piena di grazia: il Signore con te".


Nel tentativo di spiegare cosa voglia dire essere riempiti dalla grazia, mi viene in aiuto un'immagine profetica che mi riferirono tempo fa: “essere colmati dalla grazia fino all'orlo, invasi dalla grazia che spinge fuori da tutto il nostro essere ogni residuo di groviglio di colpe che alberga in noi è come per una spugna che si impregna della grazia di Dio e non può contenere altro”. Si può essere riempiti dalla grazia come una spugna, ma quando e come? Chi ha avuto la certezza di essere in un momento della sua vita riempito dalla grazia di Dio, invaso dalla grazia di Dio come fa l'acqua con una spugna? Ecco se strizzate una spugna e poi la rimettete nell'acqua potete vedere esattamente come essa si impregna di tutta l'acqua possibile senza che ci sia più una particella d'aria nella spugna. E' tutta pregna. Questa immagine viene in aiuto alla potenza della grazia di Dio che riempie l'anima, lo spirito e tutto l'Essere creatura di Dio. Questa invasione della grazia spinge fuori ogni dubbio, ogni incertezza, ogni tenebra, cancella ogni peccato perché è l'incontro concreto con Dio. Ecco, in Maria questo è capitato. Per grazia e volontà di Dio questo incontro è avvenuto, per scelta esclusiva di Dio “Tu sei invidioso perché io sono buono?” questo incontro si è avverato. E nella sua grandezza e nella sua bontà Dio non ha aspettato il tempo dei 12 o 15 o 16 anni di Maria ma da subito la sua grazia santificante è scesa su di lei. Perché Dio non è avaro, “buono e pietoso è il Signore, […] grande nell'amore”(Salmo 102). Davide esalta Dio cantando nel Salmo 139: “tu mi hai plasmato il cuore, mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo Signore, mi hai fatto come un prodigio. Lo riconosco: prodigiose sono le tue opere. Il mio corpo per te non aveva segreti quando tu mi formavi di nascosto e mi ricamavi nel seno della terra. Non ero ancora nato e già mi vedevi. Nel tuo libro erano scritti i miei giorni, fissati ancor prima di esistere. Come sono profondi per me i tuoi pensieri! Quanto è grande il loro numero, o Dio! Li conto: al risveglio mi trovo ancora con te. L'apostolo Paolo scrisse ai Galati, Ga 1:15-16: “Ma quando piacque a Dio, che mi aveva appartato fin dal grembo di mia madre e mi ha chiamato per la sua grazia, di rivelare in me suo Figlio, affinché l'annunziassi fra i gentili, io non mi consultai subito con carne e sangue. Con ciò viene chiaramente confermato che Dio calcola l'essere umano prima della sua nascita”.

E quindi il Suo progetto è su ogni creatura. Essere “pieni di grazia” che è quella che salva, significa essere sicuramente salvati. E i meriti sono del nostro Signore Gesù Cristo. Essere pieni di grazia, che ci rende santi e giusti e senza peccato, significa essere completamente svuotati dal peccato, l'acqua invade completamente la spugna e non c'è più nemmeno una bolla d'aria all'interno di essa. 

Come può essere che una madre che tiene nel grembo per nove mesi una creatura concepita di Spirito Santo non venga invasa e resa piena dello stesso Spirito? Non è possibile andrebbe contro ogni principio evangelico e principio di Dio amore, Dio che salva, per cui si mettono dei limiti alla potenza dello Spirito di Dio che ha fatto risuscitare Gesù Cristo o si afferma che intenzionalmente Dio non abbia riempito di grazia una creatura che ha riempito di suo Figlio che è lo Spirito Santo stesso. E' un controsenso. 

“Resa piena di grazia” o “colmata di grazia” indica chiaramente che si tratta di un dono fatto da Dio alla sua creatura, una grazia progettata dall'eternità, una grazia abbondante, duratura, una grazia perfetta non una grazia a metà, scrive Paolo “Così la bontà del Signore è stata abbondante su di me: mi ha dato la fede e l'amore che vengono dall'unione con Gesù Cristo” (1 Tm. 1,14). Altrimenti sarebbe come dire che Dio dona con parsimonia e ama invece chi dona con gioia: “Dio ama chi dona con gioia” 2Cor 9,7, quando Dio apre le mani e dona , dona infinitamente. Allora questo dono è gratuito, per tutti anche per Maria.

E se non si comprende ciò che Dio ha fatto con Maria non si capisce fino in fondo l'immensità della gratuità della sua grazia, non si capisce cosa vuol dire “riposare nello Spirito” e nemmeno cosa vuol dire “essere uno con Dio”, non capiremmo il cantico dei cantici fino in fondo e non ci sfiorerebbe nemmeno l'idea che ciò che è successo tra Dio e la sua creatura Maria possa succedere anche a noi. Inoltre non capiremmo fino in fondo cosa vuole dire “avere una relazione con Dio”.

Sappiamo bene che mai una donna accetterebbe di avere un figlio senza prima avere avuto una relazione profonda con il marito o padre del futuro figlio altrimenti sarebbe una violenza, un abuso. Dio è il più grande corteggiatore della sua creatura, il più grande innamorato tanto che Geremia disse a Dio: ”mi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurre”. Ger. 20,7. Ora come si fa a pensare che Dio abbia solamente affittato un utero per operare la sua volontà? Come si fa a pensare che un Dio così innamorato delle sue creature, della sua creatura possa non ricolmarla di tutti i doni e di tutte le grazie in abbondanza e non instauri nessuna relazione con lei. Questo è un pensiero umano, è un ragionamento che appartiene agli uomini, non è una cosa che Dio che Amore può fare. Ciò appartiene ad un immagine di Dio sbagliata, di un Dio padrone e non di un Dio che si è abbassato totalmente ad amare una creatura in modo sponsale da cui nasce un Figlio, suo Figlio nella carne. Se non si comprende questo non si può capire nemmeno come Dio ci ama. Diciamo che, la vicenda di Maria e Dio, l'Incarnazione della Sua Parola, è la chiave per comprendere l'amore di Dio per noi. 

In questa storia nella quale Dio concepisce in Maria noi siamo coinvolti perché anche in noi uomini e donne che apriamo la porta allo Spirito di Dio che viene a dimorare in noi, lo Spirito ci porta a concepire Gesù dentro di noi per poi darlo alla luce per gli altri. Questo è stato il progetto di Dio per la sua creatura Maria e lo è oggi valido per noi.

Tra i carismatici si conoscono alcuni modi esperienziali di agire di Dio. Uno di questi è definito “riposo nello Spirito”, momento in cui la grazia di Dio scende e ci rende pieni della sua presenza e conosciamo il Signore. Avviene un incontro intimo con il Signore. Un incontro che non è possibile negare sia avvenuto per Maria perché Dio è uguale sempre e il modo in cui tratta con le sue creature è lo stesso. Quando la grazia di Dio entra in noi non può che lavare ogni peccato, bruciare ogni peccato e salvarci. E in Maria non ha avuto solo l'accesso la grazia di Dio, ma anche la Parola viva, la Parola incarnata, il Re dei re, il Signore dei Signori, il Santo dei Santi, la grazia santificante. Impossibile che lei non ne sia rimasta trasformata, toccata, santificata. Non è possibile che non ci siano stati effetti collaterali su di lei a questo evento che la riguarda in prima persona. “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5).

Ma che cos'è questo peccato da cui questa creatura è stata svuotata per essere riempita dalla sua grazia? Cit. "il rapporto tra Dio e Israele, si può notare che nei profeti non si riduce ad una relazione giuridica. Si tratta di una relazione d'amore, e questo amore è espresso con tenerezza. Il peccato, la violazione della Torah, diventa allora un'infedeltà d'amore, un adulterio. Israele è totalmente di Dio come una sposa è del suo sposo. 'Il Signore che si chiama Geloso, è un Dio geloso ' - Es 34,14. Israele è totalmente di Dio", Maria è di Dio totalmente una relazione che esclude qualsiasi altra relazione sponsale: “il mio diletto è per me e io per lui. Egli mi dice: mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo” (Ct. 2,8).
Paolo dice: "sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo ..." 1 Cor 11,2.

L'amore di Dio verso Maria non è un evento fugace, effimero ed ambiguo poiché l'amore di Dio verso l'umanità intera non è un amore fugace, effimero ed ambiguo. Maria non è solo una favorita ma è molto di più "è resa piena di grazia" dall'amore di Dio, dalla stabilità, dalla forza, dalla pienezza di un amore che "ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. (Gv.3,16). 

E in questa profezia di Isaia: "il tuo nome sarà 'gioia del Signore' e la tua terra si chiamerà 'sposa felice'. Infatti sarai veramente la delizia del Signore e la tua terra avrà in Lui uno sposo. Come un giovane sposa una ragazza, così il tuo creatore sposerà te. Come l'uomo gioisce per la sua sposa, così il tuo Dio esulterà per te. (Is. 62:4,5) si compie il destino di Maria scelta per rappresentare l'umanità intera per il dono di Dio al mondo intero.




2.

KEKARITOMENE”

ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà” (Isaia 62).

Il Signore ci chiama con il suo nome. Il nome indica la vocazione di colui che lo riceve. L'angelo all'annuncio pronuncia questo nome “kekaritomene”, è il nome che il Signore dà a Maria, un nome che racchiude un significato, un segreto, una vocazione: “colmata di grazia, piena di grazia, dotata di grazia, leggiadra, graziosissima, bellissima, prediletta, graziatissima, oggetto della grazia divina, onorata dalla grazia, benedetta dal favore divino, guardata con grazia, resa splendida dalla grazia, favorita dalla grazia, circondata dalla divina grazia”.
Sempre nel nome che il Signore assegna c'è la missione per cui siamo stati scelti, così lo fu per Simone che da “colui che ascolta” diventò Kefa, Pietro “punta di roccia”. Questa non è un esperienza esclusiva di Maria o di Pietro ma di tutti quelli a cui Dio si manifesta. Perché a tutti noi Dio dice intimamente: “ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà, sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio”. Scrive a questo proposito padre Silvano Fausti: Il mio nome vero infatti è l'amore che Dio ha per me” 

Nel tempo ci sono sempre state diverse traduzioni dal greco del termine “kekaritomene”, ma riporto qui una citazione trovata in un libro che potrebbe rendere bene l'idea dell'importanza di questo "nome nuovo" assegnato da Dio a Maria poiché è qui, in questa parola che si comprende intimamente quanto grande per noi è l'amore di Dio:
"Di fatto 'kekaritomene' si dovrebbe dire 'tu che sei stata, che sei e che rimani stabilmente colmata dalla grazia divina'.
Traducendo invece dal greco, come alcuni fanno,  “kekaritomene” solo con “favorita”, si rischia di presentare l'amore di Dio verso Maria come un evento fugace, effimero ed ambiguo: le favorite dei re e dei potenti erano (e sono) personaggi soggetti ad un continuo ricambio e ad eterni capricci. Tradurre "kekaritomene" con "favorita dalla grazia" o "colmata di grazia" enfatizza l'immensità della grazia di Dio verso l'umanità".

L'amore di Dio per Maria che si è trovata a rappresentare l'umanità intera non può essere un amore fugace, l'amore di Dio per ogni creatura non è un evento ambiguo o effimero. L'amore di Dio per la sua creatura è sempre un amore sponsale, stabile, eterno come è descritto nelle Scritture.
E la nascita di Gesù ci conferma che l'amore sponsale di Dio per il suo popolo, per Maria, non è una metafora usata dai profeti per descrivere il tipo di amore di Dio, ma è concreto. Una concretezza che porta all'Incarnazione del Verbo nel grembo di Maria. Quindi l'amore di Dio per noi è a tutti gli effetti un amore sponsale.

Giovanni Paolo II ha giustamente osservato che: "Per rendere con più esattezza la sfumatura del termine greco, non si dovrebbe quindi dire semplicemente "piena di grazia", bensì "resa piena di grazia" oppure "colmata di grazia", il che indicherebbe chiaramente che si tratta di un dono fatto da Dio alla Vergine. Il termine, nella forma di participio perfetto, accredita l'immagine di una grazia perfetta e duratura che implica pienezza. Lo stesso verbo, nel significato di "dotare di grazia", è adoperato nella Lettera agli Efesini per indicare l'abbondanza di grazia, concessa a noi dal Padre nel suo Figlio diletto (Efesini 1,6)". Un autorevole pastore della chiesa cattolica ha anche recentemente sottolineato come "Nel Libro dell’Esodo leggiamo che anche Dio è “pieno di grazia” (Esodo 34,6), ma mentre Dio lo è in senso attivo, come colui che riempie di grazia, Maria lo è in senso recettivo come Colei che è stata riempita di grazia e per questo è diventata icona sublime della divina grazia.

La chiave per comprendere quindi questo amore di Dio per noi, che ha fatto si che Egli si abbassasse, la troviamo nell'Incarnazione: perché “La vita cristiana porta nel suo cuore e ha come principio e come fine l'incarnazione del Verbo, tutta centrata su questo mistero, è una continua attualizzazione 'oggi' del 'si' che ha attirato Dio nel mondo. […] La Parola si fa carne in noi, senza lasciarci più e l'angelo può andare ad annunciarla ad altri, fino a quando il mistero compiutosi in Maria sarà compiuto tra tutti gli uomini. La salvezza di ogni uomo è diventare come Maria: dire 'si' alla proposta d'amore di Dio, dare carne nel suo corpo al suo Verbo eterno, generare nel mondo il Figlio” (padre S. Fausti).




3.

Dio, non vuole uteri in affitto.

"Non temere, Maria, hai trovato infatti grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai nel ventre e genererai un figlio, e lo chiamerai di nome Gesù. Costui grande sarà, Figlio dell'Altissimo sarà chiamato; gli darà il Signore Dio mio il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe per i secoli e del suo regno non sarà fine”

Si Dio non è propenso alle relazioni fugaci o agli uteri in affitto, Dio è per le relazioni d'amore: “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo” Is 43,4.
Non sono forse le stesse, le cose che Dio dice a noi e che disse prima a lei?
Se Dio fosse propenso alle relazioni fugaci con le sue creature, che Dio sarebbe? La sua creatura, Maria, ha portato in grembo la grazia santificante, la Parola viva, lo Spirito di Dio. E con questo si può veramente pensare che non ci sia stata una relazione intima tra la creatura e il suo creatore?

C'è sempre stata una relazione tra Dio e tutti i suoi profeti tra Dio e il popolo di Israele amato da Dio con amore di sposo. Dio infatti dice al suo popolo Israele: “il tuo creatore è il tuo sposo” Is 54:5. Se non ci fosse stata alcuna relazione d'amore tra Dio e la sua creatura Maria allora questa annunciazione sarebbe stata una violenza, un'imposizione. Dio chiede al suo popolo, chiede anche alla sua creatura Maria se vuole essere presa in sposa: “Io ti fidanzerò a me per l'eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni. Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il Signore; Os. 2: 16-23; allora questo Figlio dell'Altissimo è nato da una relazione d'amore tra Dio e il suo popolo, tra Dio e Maria. Maria non è stata scelta dopo perché era una donna eccezionale, una donna di fede, una donna di preghiera, ma perché è una donna “scelta da Dio” perché già progettata, come per Geremia anche a lei Dio dice: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato, ti ho stabilito madre di Gesù. Madre di Gesù uomo che non si può scindere dal Gesù Salvatore e dal Dio che si è rivelato in Gesù. E Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono. (1 Cor. 1,26). Papa Francesco ci dice di Maria che “è il modello di fede al quale tutti dobbiamo fare riferimento. Lei non era nulla più che una semplice donna ebrea la quale viveva nell'attesa della redenzione del popolo ebraico. Ma in quel cuore di giovane figlia di Israele c'era un segreto che lei stessa ancora non conosceva. Per lei Dio aveva progettato un futuro diverso, sarebbe stata madre del Redentore. […] in Maria si compie la fede di tutto il popolo di Israele”.

Il segreto chiuso nel cuore di questa giovane figlia di Israele era il nome che Dio le aveva indicato con la sua bocca: “kekaritomene” e che custodiva nel suo cuore. Un nome nuovo “piena di grazia”, un programma nuovo per la sua vita, un progetto di Dio racchiuso in quel nome nuovo, ma quale progetto? Si sarà chiesta molte volte Maria ripensando alle parole di Dio. E quante volte ripetendo nel suo cuore quella Parola donatale da Dio le sarà venuta alla mente la preghiera del Salmo: “Luce ai miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino”. “Kekaritomene” l'unica luce che in quel momento illuminava i suoi passi. “Kekaritomene” la manifestazione di Dio nella sua vita. “Kekaritomene” la parola che la faceva sussultare di gioia e che la riempiva di amore. L'amore di Dio, sposo di Israele l'aveva chiamata: leggiadra, graziosissima, bellissima, e l'aveva circondata della Sua grazia.
Come avrebbe potuto Maria non innamorarsi del Dio di Israele che si era fatto conoscere, che a lei si era manifestato. Come avrebbe potuto Maria non innamorarsi di questo Dio ripensando ogni volta al nome nuovo pronunciato dalla Sua bocca?
Dio, “il sussurro di una brezza leggera” le aveva detto, proprio a lei “Ti saluto Maria, colmata della mia grazia, piena della mia grazia, dotata della mia grazia, leggiadra, graziosissima, bellissima, prediletta, graziatissima, oggetto della mia grazia divina, onorata dalla mia grazia, benedetta dal mio divino favore, guardata dalla mia grazia, resa splendida dalla mia grazia, favorita dalla mia grazia, circondata dalla mia grazia. Mentre la stessa grazia l'avvolgeva e la riempiva come una spugna quando è strizzata e poi viene immersa nell'acqua.
E come avrebbe potuto Maria non innamorarsi di questo Dio che l'aveva chiamata e riempita della sua grazia e con il quale stava cominciando una relazione d'amore.
Dio ha un grande sogno. Vuole entrare in intima relazione con l'uomo, con ogni uomo, di ogni tempo, spazio e di qualsiasi razza. Questa relazione che Dio stabilisce con l'uomo non è generica, astratta, ma specifica, incarnata, non è soltanto filiale ma intima: è un relazione sponsale e nuziale. (Romolo Taddei in Cammini di speranza di tenerezza e di gioia)
E continua Papa Francesco: “ Maria visse la sua fede nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere cibo, il vestito, la cura della casa”. E in questa quotidianità viveva il suo rapporto con lo Sposo. “L'Amore è amato, ha trovato una casa dove abitare e la casa dell'uomo non è più deserta. L'incarnazione ha un carattere 'passionale': rivela la passione di Dio.” (padre S. Fausti).

E dov'è la nostra relazione con Dio? Lo abbiamo mai sentito dire a noi le stesse parole che disse a Maria? Forse siamo stupiti che lui possa dire a noi quelle stesse parole ma Maria è figura di ogni uomo e di tutta la Chiesa ciò che è avvenuto a lei deve avvenire a ciascuno e a tutti noi. “Signore, tu mi scruti e mi conosci; mi siedo e mi alzo e tu lo sai. Da lontano conosci i miei progetti: ti accorgi se cammino o se mi fermo, ti è noto ogni mio passo. Non ho ancora aperto bocca e già sai quel che voglio dire. Mi sei alle spalle, mi stai di fronte; metti la mano su di me! E' stupenda per me la tua conoscenza; è al di là di ogni mia comprensione”.
Possiamo provare a ritirarci in preghiera e considerare detta a noi la parola detta a Maria: "rallegrati o piena di grazia, il Signore è con te". E questa non sarà una preghiera a Maria ma, ripetendo queste parole dentro di noi, come dette a noi, custodiremo lo stesso segreto di Maria e sarà come lo stesso annuncio di Dio a Maria, di Dio a noi, l'inizio di una relazione stabile, duratura ed eterna con il nostro stupendo Dio.




























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