venerdì 12 giugno 2015

SULLA TUA PAROLA GETTERO' LE RETI



"Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perchè erano pescatori.” (Mt. 4,18)



Introduzione

Tutte le volte che penso alla figura di Pietro mi meraviglio di come il Signore abbia potuto trasformare un pescatore non solo in un apostolo e in un evangelizzatore ma anche in un … oggi noi diremmo “teologo”.
Infatti dagli Atti degli apostoli emerge un aspetto importante della vita di Pietro: la sua condizione culturale. Arrestato con Giovanni e condotto in presenza del Sinedrio, l'apostolo rispose con saggezza al loro interrogatorio, lasciando meravigliati i due giudici che lo credevano senza istruzione e popolano. Pietro viene definito quindi “agrammatos” cioè poco esperto delle Scritture, senza preparazione scolastica né tantomeno retorica, ma anche “idiotes”, cioè popolano, uomo degli strati più bassi.” (cit.) “Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù.” (Atti 4,13). Dalle notizie sulla sua vita leggo che: “Simone originario di Betsaida, oltre all'educazione di base e alla formazione di pescatore fornita dal padre, avrà certamente ricevuto la consueta preparazione nella sinagoga ma non frequentò nessuna scuola. Inoltre parlava con un accento della Galilea (Mc14,70) e i sommi sacerdoti lo giudicavano con disprezzo (Atti 4,13). Doveva per forza conoscere oltre alla sua lingua madre, l'aramaico anche un po' di greco che era la lingua del commercio dell'epoca e latino che era la lingua dell'impero romano”; divenne poi il teologo, quello che comprese alla fine la Rivelazione della venuta di Gesù tra noi. Ecco qui cerco di capire come questo può essere avvenuto basandomi sull'esperienza personale dell'incontro con Dio che è poi quella che la maggior parte dei cristiani fa quando lo incontra veramente. E' una riflessione e una possibile interpretazione.



1.

IL SIGNORE HA BISOGNO DELLA TUA BARCA

Il Signore ne ha bisogno” (Mc 11,3)


In realtà la sapienza acquisita da Pietro non viene dalla lettura di testi o da scuole bibliche, è una sapienza che viene direttamente da Dio. Certo, Pietro è stato con Gesù tre anni, e immagino siano stati tre anni intensi in cui Pietro ha cercato in tutti i modi, con le proprie forze, di seguire e comprendere Gesù. Fu attirato dalla forza irresistibile che emanava da Gesù, la stessa che fece dire a quella donna del Vangelo: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!” (Lc 11,27) una forza che viene dal Padre stesso: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre” (Gv. 6,44). Fu colpito e attirato dalla scelta che Gesù fece su di lui, senza chiedergli il suo parere e nemmeno il suo permesso, infatti: Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. (Lc. 5,1-3)

Gesù “salì in una barca” dice la Scrittura. Praticamente Pietro se lo trovò sulla barca. E' vero che Gesù lo aveva già visto e gli aveva già parlato, ma Pietro ancora non conosceva Gesù come lo avrebbe poi conosciuto in seguito. Per ora Pietro lo conosce solo attraverso l'“annuncio” da parte di suo fratello Andrea: “Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: <<Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)>> Gv. 1,4.
Pietro si trova effettivamente un forestiero sulla sua barca, uno che aveva visto, che gli era stato annunciato si, ma che restava uno sconosciuto. Gesù gli dice di scostarsi un poco dalla riva, quindi si siede e comincia a parlare dalla barca alle folle che stavano sulla riva. Riflettendo su questo episodio pensavo a quante volte nella nostra vita non ci siamo accorti che Gesù si è seduto nella nostra barca e ci ha chiesto di prendere il largo! Magari lo abbiamo allontanato, o espressamente chiesto di scendere e non gli abbiamo permesso di portarci al largo e compiere il suo progetto attraverso di noi.

Quando Gesù si fermò da Pietro aveva intenzione di usare la sua barca. In quel momento “ne aveva bisogno” allo stesso modo in cui poi ebbe bisogno dell'asina per entrare a Gerusalemme: “Il Signore ne ha bisogno” (Mc 11,3) disse nel Vangelo di Marco rivolgendosi agli apostoli. Anche qui tacitamente dice a Pietro la stessa cosa “Il Signore ne ha bisogno”. Ho bisogno della tua barca Pietro.

Allora il Signore ha bisogno della tua barca per compiere il suo mandato. Per compiere il progetto del Padre così come Gesù ebbe bisogno di quella barca che era di Simone per prendere il largo. Il Signore non prenderà il largo da solo ma solo se ci sei tu.

Sono molto belli i gesti di Gesù, sono pieni di una grazia pacata. Egli non chiede a Pietro il permesso di salire sulla barca, ma poi in realtà “gli chiese di scostarsi un poco da terra”. Anzi “lo pregò”. Scostati un poco da terra, allontanati un pochino dalla riva, fidati un pochino. Tutto quello di cui il Signore ha bisogno è uno piccolo assenso per entrare, un pochino di disponibilità per agire, un pochino del tuo tempo. Per iniziare.

Chissà che cosa disse Gesù alla folla dalla barca. Si può pensare che sicuramente disse qualcosa di determinante per Pietro, disse qualcosa per cui Pietro lo riconobbe. Per ciò che stava vivendo e sperimentando in quel momento, e non per sentito dire, lo riconobbe come un “Rabbi”, un maestro, ma forse anche di più. Difatti è subito dopo il discorso di Gesù che Pietro inizia a chiamarlo “Maestro”. Lo ha sentito predicare, è un Rabbi un esperto della Sacra Scrittura che si è servito della sua barca, una guida spirituale ma forse, anche qualcosa di più, intuisce Pietro.



2.


TI DARO' UN NOME NUOVO

ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà” (Isaia 62,2)


E il profeta Isaia continua dicendo “Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio”. Ecco, così fu per Simon Pietro. Secondo il Vangelo di Giovanni, in Giudea, nel luogo dove si manifestò il Battista, Gesù incontra Simone. Andrea, suo fratello, era uno dei due discepoli e per primo avvertì Simone: “Abbiamo trovato il Messia”, “e lo condusse da Gesù. Gesù fissato lo sguardo su di lui disse: <<Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)>> (Gv. 1,42.

Il Signore dà a Simone un nome nuovo. La bocca del Signore pronuncia la parola “kefa” che nella lingua parlata dell'epoca, l'aramaico, significava: roccia, punta di roccia. E' qui che Gesù lo incontra. Si, Gesù incontra Pietro. Il nome indica la vocazione di colui che lo riceve. Pietro è un gioiello prezioso nella mano di Dio, egli ora risplende e appartiene al suo Dio che lo ha chiamato. Il nome nuovo di Simone indica il mutamento del suo destino: Simone che significa “colui che ascolta” diventa ora Pietro una “punta di roccia”. Tutto è cambiato. E' arrivato il Signore. Ma Pietro ancora non si è reso conto della luce che ha visto.
Anche oggi, perché il Signore è sempre uguale, ed è vivo, nel nome che il Signore ti assegna c'è la missione per cui tu sei stato scelto. Questa non è un esperienza esclusiva di Pietro ma di tutti quelli che come Pietro fanno lo stesso incontro di Gesù vivo e vero e che Gesù sceglie come apostoli. Perchè il Signore lo ha promesso. Anche a noi darà un nome nuovo: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”. (Ap. 2,17). “Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, e della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome”. (Ap. 3,12). Questo nuovo nome sarà conosciuto soltanto da colui il quale lo riceve. Si, ciò che il Signore è in amore, in compassione, in fedeltà per quelli che lo seguono fedelmente può essere sperimentato e gustato soltanto personalmente, nella misura della nostra comunione con Lui.




3.
L'INIZIO DELLA CONOSCENZA

ma sulla tua parola getterò le reti”(Lc. 5,5)


Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. (Lc. 5,4-5)

Il discorso fatto da Gesù dalla barca induce Pietro a riconoscerlo come un Rabbi, un maestro. Ma che impatto deve aver avuto questa predicazione di Gesù su Pietro per aver fatto in modo che Pietro potesse dire di si e prendere il largo con la barca per andare di nuovo a pescare. Su quale parola Pietro gettò le reti?

Pietro gettò le reti sulla parola di Gesù, perchè lo aveva appena ascoltato predicare. Chi prima gli era sconosciuto ora gli diventa famigliare. Durante la predicazione avviene qualcosa. Il momento che va da Gesù che sale sulla barca, a quello in cui Gesù gli dice di prendere il largo, è un momento catartico per Pietro, un momento di conoscenza particolare. La predicazione di Gesù arriva diritta all'intelletto di un grezzo pescatore, gli arriva al cuore trapassandone la scorza e a Pietro si aprono gli occhi del cuore. Entra in lui una piccola fiamma di conoscenza.
Una conoscenza che gli farà rispondere alla richiesta assurda, quasi ineseguibile, di Gesù: “non sento più la stanchezza di questa giornata, ora mi sento rinnovato e sulla tua parola, su ciò che hai appena detto alle folle e perché lo dici tu, e perché mi fido, voglio andare a gettare le reti come mi hai detto di fare”. Pietro dice a Gesù “io ci vado perché tu “mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Ger. 20,7). Pietro risponde subito alla conoscenza appena ricevuta. E' una risposta spontanea, impetuosa. E' incontenibile l'entusiasmo per quello che ha appena ascoltato. Sarà per Simon Pietro come l'inizio di una nuova luce, una nuova vita che entra dentro di lui, una nuova nascita dall'alto che ha già il suo nuovo nome e la sua nuova missione “kefa”.





4.

PIETRO LO INCONTRA

Signore, allontanati da me perché io sono troppo peccatore per starti vicino”


E, fatto ciò, presero una tale quantità di pesci che la rete si rompeva. Allora fecero cenno ai loro compagni, che erano nell'altra barca, perché venissero ad aiutarli. Ed essi vennero e riempirono tutt'e due le barche, tanto che stavano affondando. Vedendo questo, Simon Pietro si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore”

La Parola di Dio: “E' viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto. (Eb 4,12-13) Ecco l'effetto della Parola viva, cioè Gesù, su Pietro. Pietro riconosce il Signore, e lo chiama così, “Signore”, quando gli dice di allontanarsi da lui perché è peccatore: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore”. Pietro riconosce nel momento in cui dice a Gesù di allontanarsi che: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!(Gv. 6, 1-15).
Il prodigio delle barche piene di pesci che quasi affondano è il segno che conferma la predicazione che Pietro ha appena udito. Il segno, il prodigio, lo convince definitivamente, tanto che lascia tutto per seguirlo: “Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”. (Mt. 4,19-20)
La predicazione e il miracolo hanno aperto gli occhi di Pietro ed egli si rende conto nel medesimo istante della sua piccolezza e del suo peccato e della grandezza di Dio. Le parole che ha udito poco prima sono state confermate nel suo cuore con il prodigio e ora comprende che tutto quanto ha ascoltato e visto può venire solo da “uno che ha autorità”. Lo dice l'evangelista Matteo: (7,29) egli infatti insegnava come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. Lo dice Luca: “Tutti furono presi da timore e si dicevano l'un l'altro: - che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?”

E quando noi ci scopriamo peccatori, scoperta che ci arriva come una rivelazione, così come si è scoperto Pietro trovandosi davanti alla Verità in persona, è perché anche noi abbiamo incontrato chi ci ha tolto il velo dagli occhi, ora davanti a Lui comprendiamo quanto siamo piccoli, fallibili, che tutte le nostre convinzioni sostenute fino a quel momento si infrangono come una bolla di sapone. Aprendoci gli occhi, Gesù ci mostra quanto fino a quel momento abbiamo vissuto nelle tenebre, quanto abbiamo vissuto nell'ignoranza e ciò che vediamo con gli occhi dello spirito ora non lo possiamo più abbandonare. Per questo Pietro lo segue e lascia tutto. La scelta di Gesù cade su di lui, e in quel tempo, quando ancora non era arrivato lo Spirito Santo perché Gesù era ancora tra noi, il Padre volge il suo sguardo su Pietro e gli rivela per la prima volta chi fosse Gesù, lo dirà poi Pietro in Mt. 16,14 “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” e Gesù risponderà: “Beato te Simone, figlio di Giona perché né la carne né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”.
E quando si incontra la Verità, la Via, la Vita in persona è il momento in cui si nasce di nuovo nel Suo Spirito. Non è stato infatti durante la chiamata che Pietro ha conosciuto il Signore. La chiamata non è mai l'incontro. Si può essere chiamati da Dio a servirlo ma l'incontro, cioè Lui che si rivela a noi può avvenire in un altro momento della nostra vita, è una rivelazione che prende iniziativa solo da Dio. Per Pietro la chiamata: quando Gesù fissatolo gli diede un nuovo nome, non corrisponde all'incontro vero con Dio: quando si rese conto di essere un peccatore, perché quando avviene questo, e cioè il vero incontro e la conoscenza di Dio, si lascia tutto. Non c'è più altro Dio all'infuori di Lui.





5.
VOGLIO LAVORARE PER TE

«Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».

Pietro era rimasto sconvolto da quella pesca straordinaria e, come lui, lo erano gli altri, ed anche i suoi soci, Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo. Ma Gesù disse a Simone: “Non aver paura! D'ora in avanti pescherai anime di uomini! E non appena sbarcarono, essi lasciarono tutto per andare con Gesù”.(Lc. 5,10.

Ecco inizia la missione di Pietro, fianco a fianco a Gesù. Il Signore lo investe con la missione di essere pescatore di anime di uomini. E comincia la scuola della nuova pesca per questo uomo nuovo che non è più quello di prima. E Pietro ora non chiede altro se non di lavorare per il suo Maestro perché nient'altro lo interessa più.
Ora alla scuola del Maestro Pietro impara molte cose direttamente dalla sua esperienza con Lui. Non le comprenderà subito ma solo quando su di lui e su tutti gli apostoli scenderà lo Spirito Santo. Infatti la Parola:“Essa cominciò ad essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da coloro che l'avevano ascoltata, mentre Dio ne dava testimonianza con segni e prodigi e miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà. (Eb 1,14). Annunciata dal Signore penetrata nello spirito di Pietro e confermata a noi da Pietro, per i prodigi da lui visti mentre era con il Signore. “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella”.(Mt. 11,2-6).





6.
LA PAROLA A PIETRO

Difficoltà e gioia



“… Sia benedetto Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo che, nella sua infinita misericordia, ci ha dato il privilegio di nascere di nuovo: ora facciamo parte della famiglia di Dio e viviamo nella speranza della vita eterna, perchè Cristo è risorto dai morti”. (1Pt.1,3)
Esultate di gioia, allora! E' meraviglioso ciò che vi aspetta, anche se adesso, ancora per un po' di tempo almeno, vi toccherà affrontare svariate prove qui sulla terra”.(1Pt.1,6)


Voi amate Cristo senza averlo mai conosciuto e credete in lui, anche se ora non lo potete vedere; per questo siete felici, di una felicità ineffabile che viene dal cielo”.(1Pt.1,8)
Egli stesso ha detto 'Siate Santi perchè io sono Santo'”(1Pt. 1,16)

I
l popolo di Dio

Perciò liberatevi da ogni forma di male. Non limitatevi a fingere di essere buoni! Non siate disonesti, né ipocriti, nè invidiosi; e non fate maldicenze! Ora che avete toccato con mano la bontà del Signore, gettate alle ortiche ogni cosa cattiva!” (1Pt.2)

Siate anche voi, allora, come tante pietre viventi che, entrando nella struttura dell'edificio, formano una casa spirituale. Come sacerdoti consacrati a Dio, avvicinatevi a Lui, voi che siete graditi in virtù di Gesù Cristo, e offritegli i sacrifici spirituali che egli gradisce”. (1Pt.2,5)
Fratelli miei, qui siete soltanto forestieri. Dato che la vostra vera casa è il cielo, vi prego di non aver nulla a che fare con i desideri malvagi di questo mondo, che sono sempre in lotta contro la vostra anima”(1Pt.2,11)

Comportatevi bene fra i non credenti, così, invece di parlare male di voi e guardarvi con sospetto, vedendo quanto bene fate, dovranno lodare Dio nel giorno in cui Cristo tornerà” (1Pt.2,12)

E' la volontà di Dio che, vivendo nel modo giusto, chiudiate la bocca a quelli che stupidamente condannano il Vangelo senza conoscerlo, senza averne sperimentato la potenza. Voi siete liberi dalle leggi, ma non servitevi della libertà come paravento per agire male, bensì per servire Dio”(1Pt. 2,15)


Il valore della sofferenza

Poichè Cristo ha sofferto nel suo corpo, anche voi fatevi forti del suo stesso atteggiamento: siate pronti a soffrire. Perchè, ricordate, chi è pronto a soffrire per fare ciò ch è giusto, ha scelto di non vivere più nel peccato, e intende passare il resto della sua vita, non più in balia delle passioni umane, ma col desiderio di fare la volontà di Dio. Sono finiti i tempi in cui vi dedicavate a tutte quelle brutte cose che piacciono tanto agli atei:peccati sessuali, lussuria, ubriachezza, orge, bagordi, idolatrie sacrileghe ed altri peccati vergognosi! Naturalmente i vostri vecchi amici si meraviglieranno che non vogliate più unirvi a loro in queste depravazioni, e perciò parlano male di voi. Ma ricordatevi che dovranno rendere conto a Dio, che giudica tutti, sia i vivi che i morti, ed essi saranno puniti per la vita che hanno vissuto. Appunto per questo, il Vangelo è stato annunciato anche ai morti, perchè, anche se il loro corpo è stato punito con la morte, ora vivano secondo Dio nello Spirito”.(1Pt.4)

L'amore cancella molti peccati

La fine di tutte le cose è ormai vicina. Perciò siate giudiziosi e lucidi di mente, per potervi dare alla preghiera.”(1Pt.4,7)

Innanzitutto, continuate ad amarvi a vicenda, perché è l'amore che cancella molti peccati. Siate ospitali fra voi, senza lamentarvi. Dio ha dato ad ognuno di voi particolari capacità: fate in modo di servirvene per aiutarvi a vicenda, mettendo così al servizio degli altri i dono che avete ricevuto da Dio.”(1Pt.4,10)

Siete adatti a predicare? Predicate allora, come se Dio stesso parlasse per mezzo vostro”. (1Pt.4,11)

Beati voi, se siete maledetti e insultati, perchè siete cristiani!” (1Pt.4,14)

L'importanza di conoscere Cristo

Volete avere grazia e pace in abbondanza? Imparate, allora, a conoscere sempre di più Dio e Gesù, nostro Signore! Perchè conoscendolo meglio, Cristo vi darà, per mezzo della sua divina potenza, tutto ciò di cui avete bisogno per vivere una vita buona e dedicata a lui: Cristo condivide con noi perfino la sua gloria e la sua bontà! E sempre per mezzo della sua straordinaria potenza, egli ci ha dato tutte qulle cose grandi e preziose che ci ha promesso. Per esempio ci ha promesso di salvarci dalla corruzione che, a causa dei desideri malvagi, regna nel mondo; e non solo, ci ha promesso di darci la sua natura divina. Ma per ottenere questi doni, avete bisogno di qualcos'altro, oltre la fede, dovete anche sforzarvi di essere attivi al bene, ed anche questo non basta. A questo punto, bisogna che impariate a conoscere meglio il Signore, per scoprire che cosa vuole da voi. E chi conosce Dio deve imparare a mettere da parte i propri desideri, per diventare paziente e pio, disposto a lasciarsi guidare da lui e ad adorarlo con tutto il cuore. Questo vi farà maturare ancora di più, e allora imparerete ad accettare il prossimo e ad amare i vostri fratelli. Così riuscirete finalmente a provare amore sincero verso tutti gli uomini. Se vi comporterete così, non sarete indifferenti alle cose spirituali, anzi, in voi aumenterà sempre più la conoscenza di Gesù Cristo, nostro Signore. (2Pt.1,2)




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