domenica 13 gennaio 2013

COSTRINGILI A ENTRARE

“Mi troverete – dice il Signore – se mi cercherete con tutto il cuore. E vi ricondurrò liberi da tutti i luoghi dove siete schiavi e dispersi.”

“Costringili a entrare perché la mia casa si riempia”.



“Un uomo diede una grande cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: "Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse:”Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire “. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”.

“Costringili a entrare” dice il Signore al Suo servo. Lo dice a tutti i suoi servi, laici o consacrati che lo hanno conosciuto, che lo hanno sperimentato, che lo hanno incontrato; perché come disse papa Benedetto XVI nel 2008 a Sydney in occasione della GMG: <<nessuno può dare quello che non possiede personalmente … noi non possiamo trasmettere lo Spirito Santo in un modo efficace, non possiamo renderlo percepibile, se noi stessi non gli siamo vicini … dobbiamo rimanere nel raggio del soffio dello Spirito Santo ed essere continuamente toccati da lui>>.
“Costringeteli a entrare” è l’appello accorato che fa un padre, Dio Padre, ai suoi servi, ai suoi sacerdoti, alle suore, monache, frati, laici, catechisti, educatori, fedeli e testimoni. Una richiesta fatta con incommensurabile dolcezza ma anche con grande fermezza e forza. Un incitamento, un’esortazione a costringerli ad entrare. A 
costringerli a rendersi conto che sono stati Salvati. In queste parole di Dio, si legge la forte apprensione e preoccupazione che il Padre ha verso tutti quelli che ancora vagano al di fuori: nella malattia, nello sconforto, nella depressione, nella sfiducia, nel dolore, nel bisogno, nell’emarginazione; tanto da cercare in tutti i modi di “costringerli ad entrare”. Dio dice ai servi - dovete costringerli, dovete avere in voi la mia grande dolcezza ma anche la fermezza che è dono del mio Spirito e con ferma esortazione farli entrare. Portate loro la mia Parola, parlategli del mio Amore, costringeteli. Esortateli con la forza della mia Parola che io metterò nella vostra bocca “Apri la tua bocca la voglio riempire” (Sal 80,11) ad entrare nella mia casa e a partecipare a questo banchetto che ho preparato per loro. - Costringeteli ad entrare, dite loro chi Sono, dite loro tutto ciò che Ho preparato, portateli nella mia casa, alla mia presenza, invitateli e costringeteli ad entrare - dice il Signore. E lo dice a tutti quelli che già hanno gustato il Suo banchetto, tutto quelli rinati dall’alto, rinati dal Suo Spirito perché così ripieni del Suo Spirito e del Suo amore possano andare e convincere e costringere gli altri, quelli che ancora non sanno di essere stati Salvati, guariti da Gesù, tutti quelli che non lo hanno ricevuto ancora nel loro cuore, a tutti quelli che non hanno ancora ricevuto la Sua vita dentro di loro. E Dio li chiama tutti, li costringe per amore a venire incontro a Lui, a mangiare con Lui, a lasciare che la Sua vita fluisca dentro di loro e li rinnovi. - Venite, venite e vi donerò, se aprirete il vostro cuore, la vita in abbondanza, la vita che ho comprato per voi, che ho riscattato per voi. Questa vita la sentirete fluire dentro di voi e lì ceneremo insieme al mio banchetto e sarà grande festa-. - Verrò presto - dice il Signore - e sarà grande festa - Perché chi non ha ancora gustato il banchetto di Dio è storpio, chi non ha ancora gustato il Signore rimane cieco, chi non ha ancora aperto il cuore e lasciato che lo Spirito di amore del Signore entri in lui è zoppo. Chi non è ancora stato innestato nella vita divina già da qui da questa terra è ancora malato. Noi abbiamo a nostra disposizione la Salvezza, questo grande banchetto che è la 
Salvezza, l’abbiamo lì davanti a noi da gustare da accogliere da ricevere, basta accettare l’invito che ci fa il Signore, basta dire di sì e affrettarsi ad entrare nella Sua casa, tutto è già pronto, tutto è stato già preparato fin dall’eternità, tutto è stato messo a nostra disposizione, perché noi avessimo la vita in abbondanza, la guarigione, l’adozione a figli. Il grande banchetto che Dio ci ha preparato è la Salvezza, la vita Eterna che ci ha voluto dare in dono perché se siamo figli siamo anche eredi “Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei Santi e familiari di Dio …”. 

“C’è un mondo che attende la manifestazione della potenza di Dio e ci sono troppe labbra chiuse, sigillate, che non danno corso all’unzione dello Spirito>> (S. Martinez Rns – Alleluja n.4, 2009) 

Ho ascoltato di recente la testimonianza di un ministro del Signore nato nella parte greco-ortodossa di Gerusalemme, diceva che a che a 10 anni già leggeva la Bibbia in ebraico, faceva il chierichetto, infatti aveva dei ricordi d’infanzia di essere avvolto dall’incenso e tossire mentre seguiva il sacerdote che celebrava. Andava a messa tutte le domeniche. Quello che mi ha colpito, sentendo parlare questo ministro, è stata l’affermazione seguente a questo racconto della sua infanzia, che bene o male potrebbe essere anche il racconto della nostra. Diceva questo - … questo non basta, non basta conoscere la Bibbia a memoria in ebraico, non basta aver fatto il chierichetto, non basta andare a messa la domenica o tutti i giorni, non basta, non basta …. - Diceva - .. perché solo il giorno in cui io ho incontrato veramente Gesù vivo, che è entrato dentro di me, nel mio cuore allora sono rinato, sono risorto, sono diventato una persona nuova, e tutti pensavano che fossi impazzito perché ho cominciato a pregare nella lingua dello Spirito Santo, perché sgorgava un fiume di preghiera dal mio cuore, tanto che mia madre, i miei parenti erano molto preoccupati. Mia madre telefonava al sacerdote della mia comunità dicendogli di farmi smettere perché ero impazzito … –

E’ stata l’esperienza forte dell’effusione dello Spirito Santo, l’esperienza dell’amore di Dio e dell’incontro con Lui che ha cambiato questo ministro di Dio che pur era già stato chiamato a servirlo. E’ diventato come uno di quei servi della parabola che il Padre esorta a “costringere” i fratelli fuori dalla sua casa ad entrare, con il potere dello Spirito Santo, la forza di persuasione donatagli da Lui, la Parola proclamata nel modo in cui si percepisca il “fremito dello Spirito”, l’annuncio dell’invito fatto ai ciechi, agli storpi e ai malati carico di unzione, cioè che scuote, che convince, che arriva al cuore della gente. Al cuore di tutti quelli che devono essere “costretti ad entrare”.

Il Signore dice nella Sua parabola “costringeteli ad entrare”, costringeteli perché questo il loro bene, questa è la loro Salvezza, “costringeteli ad entrare perché la mia casa si riempia” , e sono questi laici, questi sacerdoti, questi ministri di Dio (i servi) che devono convincere e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, aprire il cuore e la mente all'unzione dello Spirito perché la Parola si incarni in loro e negli altri, e la Parola sia vera, autentica, una Parola che convinca, che costringa ad entrare nella casa del Signore. Dio cerca questi servi, questi militanti che si prodighino, che si spendano per Lui, che portino questo annuncio a tutti i malati fino ai confini della terra per poterli guarire nello Spirito e nel corpo, per poterli chiamare figli, per potergli donare la Sua eredità come fanno tutti i padri da generazioni con i loro figli e già da qui, da questo mondo.Questa è una delle prelibatezze servite, da gustare al gran banchetto del Signore. Questa prelibatezza è lo Spirito Santo, è l’unzione dello Spirito, la “caparra” di cui parlava San Paolo. Lo Spirito Santo che riempie, colma ogni vuoto, livella ogni montagna passa e rende il terreno della nostra anima fertile e inizia a sradicare erbacce e a piantare semi buoni che cresceranno. Allora, invocare su di noi e sugli altri la potente unzione dello Spirito è l’unico modo per far si che tutti noi possiamo accettare questo invito a costringere e questo invito al banchetto. Poiché l’unzione è un dono di Dio, allora dobbiamo chiederlo questo dono, chiederlo con tutte le nostre forze, chiederlo con tutta la nostra fede perché dice il Signore: “Mi troverete se mi cercherete con tutto il cuore. E vi ricondurrò liberi da tutti i luoghi dove siete schiavi e dispersi.”


E lo Spirito si riceve pregando:
Vieni Signore e cospargi di olio il mio capo. 
Vieni ad ungermi. 
Vieni ed ungimi con l’olio del tuo Spirito. 
Consacrami con la tua unzione. 
Scenda la tua unzione qui nel mio cuore. 
Rivestimi con la tua veste bianca. 
La veste buona, per partecipare al tuo banchetto. 
Per poter entrare nella tua casa. 
Rivestimi di luce, della tua luce. 
Rendimi puro ai tuoi occhi Rendimi forte, perseverante, salvato. Dammi di capire cosa vuol dire essere salvato. 
Cosa vuol dire essere  liberato, guarito, recuperato. 
Capire cosa vuol dire accettare il tuo invito a questo banchetto. Scegliere di entrare nella tua casa. Scegliere te e servirti. 
Scendi nel mio cuore o Spirito Santo con la tua potente unzione e donami tutti i tuoi doni.  
Donami la forza di chiamare i miei fratelli e costringerli ad entrare alla tua presenza. 
Donami la gioia di rendermi conto che sono stato salvato, 
che tu mi hai donato la tua vita 
nella quale io ora e per sempre posso vivere. 
Donami di rendermi conto che tu mi hai donato qualcosa di straordinario: poter vivere con te già ora, 
da qui, e poi non morire ma continuare a 
vivere accanto a te per sempre. 
E questo “per sempre” non è stato pronunciato da labbra mortali, 
ma da te o Signore che sei il Signore dell’Eternità.
Manda il tuo Spirito su di me, dentro di me, 
manda la tua potente unzione 
a darmi il coraggio di osare il Vangelo, 
il coraggio della coerenza, 
il coraggio dell’annuncio forte. 
Donami di non avere paura della testimonianza. 
Donami di non tenere le mie labbra chiuse 
e la mia bocca serrata. Amen

“Abbiamo bisogno di sacerdoti unti dallo Spirito, perché la pneumatologia, la fenomenologia dello Spirito, la teologia dei carismi, la religiosità dell’esperienza rimangono ancora le branche più trascurate dagli studi teologici. Che cosa dire poi della riflessione sulla Pentecoste, totalmente dimenticata dall’omiletica tradizionale, dalla considerazione di molti battezzati: con il Natale e la Pasqua sembrerebbe chiudersi il mistero della Salvezza”. (S. Martinez Rns Alleluja n.4 2009)


“… mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”.

 <<Molte anime camminano per la via dell’inferno, ma il divino pastore, che nell’Eucarestia è vita della Chiesa e delle anime, con divina amabilità e pazienza riesce a convincere molti a ritornare al Suo cuore Santissimo, ed essi ritrovano la vita eterna in Lui. Vi sono anime che in vita, di proprio pugno, scrivono la loro pagina per l’inferno. Interviene la Giustizia e la Misericordia, e trovano che manca un punto o una virgola. La pagina non è perfetta, perciò Gesù, giudice divino, si rivolge a quell’anima e le dice: “tu hai fatto tutto perresistere alla mia divina redenzione, ma non ci sei riuscito. Anche tu devi venire in Cielo a glorificare la mia Passione e morte, offerta al Padre per te. ….>>
(Fra Cecilio Cortinovis)


“ … Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli …”

E quindi,  - voi non avete voluto, avete rifiutato la Salvezza - . Davanti al rifiuto della Salvezza di molte anime, il nostro Eterno Padre non si dà per vinto, insiste, e vuole che noi la riceviamo a tutti i costi. Desidera che noi l’ accogliamo e ci spalanca la porta del Suo Regno, allarga l’invito a tutti, nella parabola, a peccatori e pagani. Ma anch’io, o Signore, ogni volta che nella mia giornata antepongo a Te e al tuo invito a cena le mie giustificazioni, pensando che esse possano discolparmi, difendermi, scusarmi davanti a te, non comprendo e non accolgo la Tua Salvezza. Ogni volta che penso che i miei pretesti sono più importanti e legittimi, che il tempo non c’è l’ho in quel momento per te, perché io ho da fare cose più rilevanti, e mi sento tranquillo con la mia coscienza, giustificato. Invece, non capisco che sei Tu l’unica giustificazione. Poiché tutto è nelle Tue mani, Tu sei il Signore del tempo, e Tu me lo hai donato. Mi hai donato quel tempo che io non ho per te. Tu sei il Signore della vita, e doni la vita a me e ad ogni creatura, e io della mia vita ne faccio sempre ciò che voglio io.
Poiché in fondo, così come è stato per quegli invitati, comprare cinque paia di buoi e dover andare a provarli è una cosa importante, lecita, e allora mi sento perdonato e nel giusto. E sempre però sento la tua voce che mi chiama a Te e che mi dice: <<Vieni?>> e io rispondo – non ora, non posso, devo fare questo - e - ora non posso devo fare quello – non ora, devo andare a dormire, forse domani – ora non ne ho voglia, sono stanco - e così perdo momenti importanti di comunione con Te. Perdo il filo del dialogo con Te, non ricordo più cosa ci siamo detti l’ultima volta. Mi perdo i Tuoi consigli, i Tuoi silenzi e la pace della tua presenza. Ma ciò che più mi ha colpito, Signore, è che nella tua parabola tu non dici che quelle persone non hanno accettato l’invito alla tua cena perché dovevano andare a divertirsi, o a cena da qualcun altro, ma la loro giustificazione era più che plausibile perché si tratta di giustificazioni legate alla casa, alla famiglia, al lavoro e cosa c’è di più importante di questo? Allora tu dici a noi Signore << Lavora! Ma non preferire il tuo lavoro a me.  Sposati! Ma non anteporre la tua famiglia e i tuoi affetti a me>>. Tu dici <<Non scegliere di dedicarti al mondo e non trascurare la Salvezza. Tieni sempre presente chi ti dona la vita tutti i giorni, chi ti ha donato la Salvezza. Compra, vai a fare la spesa, vai a fare shopping ma non la domenica se non ti è indispensabile, la domenica dedicala a Me, alla preghiera, vieni a cena da me, parliamo>>.  Tu ci dici <<Desidero un posto nella tua vita, ma non relegarmi in un angolo, al contrario, mettimi in cima alla lista dei tuoi affetti e delle tue attenzioni e insegna alla tua famiglia a fare altrettanto. Fai in modo che la tua casa diventi un piccolo focolare dove il fuoco Sono Io, se vi radunerete intorno a me, potrete sentire in modo sensibile il mio amore, la mia pace abiterà nella vostra casa, la mia luce illuminerà le vostre menti e i vostri cuori e sarete in Me. Mi puoi parlare tutte le volte che vuoi perché il Mio Spirito è dentro di te, sono a conoscenza di ogni cosa e so tutto di te. Ora ricorda che mi sono Incarnato per la tua Salvezza, mi sono chinato su di te, ti ho preso in braccio e ti ho sollevato verso di me. Devi sapere e voglio dirti che tu sei la mia creatura più bella, più perfetta e che Io ti amo infinitamente >>.  Grazie Signore.