lunedì 1 luglio 2013

"CHE DEVO FARE, SIGNORE?"



“ Io sono un giudeo, nato a Tarso, in Cilicia, ma educato in questa città, istruito ai piedi di Gamaliele, nella rigorosa osservanza della legge dei padri” 

(At. 22,3) 


“Or mentre ero in viaggio …

… e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una gran luce venuta dal cielo mi sfolgorò tutt’intorno. Io caddi a terra e udii una voce che mi diceva: ”Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Risposi: “Chi sei, o Signore?”. E mi disse: “Io sono Gesù Nazareno, che tu perseguiti …”. Io ripresi: “Che devo fare Signore?”. Il Signore mi disse: “Alzati, và a Damasco e là ti sarà detto tutto ciò che è stabilito che tu faccia”. (At 22,6-10). 




Chi ha sperimentato la nuova nascita in Cristo Gesù, la stessa che ha vissuto anche S. Paolo, questa vicenda la riconosce nella sua personale esperienza. Un pastore cristiano molto conosciuto è solito dire in occasione delle sue predicazioni e crociate di guarigione: <<Signore cosa ci può essere di più grande di quello che tu hai già fatto? Cosa c’è di più grande che scacciare i demoni, guarire gli oppressi e gli infermi? Cosa c’è di più grande che far risorgere i morti? L’esperienza della “nuova nascita”, quando racconti l’esperienza della “nuova nascita”. La nuova nascita quindi è la cosa più grande di ogni altro miracolo operato dal Maestro>>. 



Ed ecco qui descritta da Paolo in Atti 22 la sua nuova nascita in Gesù Cristo. Il momento esatto in cui Gesù Cristo si rivela a lui come persona viva, l’incontro con Gesù e con lo splendore della Sua Gloria “all’improvviso una gran luce venuta dal cielo mi sfolgorò tutt’intorno” in quel momento Paolo è avvolto dalla gloria di Dio, dalla luce sfolgorante di Dio che lo paralizza, egli non si può più muovere, è completamente in balia della grazia, della prorompente presenza di Gesù Cristo. Un incontro scontro. Gesù Cristo si rivela a Paolo in tutta la Sua potenza e in tutta la Sua gloria e in quel momento la vita di Paolo cambia. Cambia totalmente, Paolo è un altro uomo, irriconoscibile in pochi minuti, quando lo Spirito di Dio lo investe come un uragano Paolo viene purificato, guarito, reso nuovo, si risveglia e nasce una seconda volta, non più dal grembo di sua madre ma da, e, in Cristo Gesù. Da quel momento inizia in Paolo un processo interiore che lo porterà rendersi conto della rivelazione avuta e a dire di sé “non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”. Perché è in quel momento che Gesù si impossessa di Paolo, della sua vita e di tutta la sua persona. E’ in quel momento che il vecchio Paolo muore a se stesso e rinasce in Gesù Cristo nuova creatura, completamente diverso da prima perché ora completamente intriso del profumo di Cristo. Gesù attua in Paolo ciò che aveva annunciato al vecchio Nicodemo quella notte quando si incontrarono al buio:

“<<In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio>>. Gli disse Nicodemo: <<come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?>>. Gli rispose Gesù: <<in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio>>.



E a Paolo viene fatta questa grazia di rinascere nello Spirito, dall’alto, di vedere il Regno di Dio già qui sulla terra, di incontrarlo e gustare quanto Dio è buono: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore” (Salmi 33,9), quanto Dio è potente, il Signore potente in battaglia.”(Salmi 23,8), quanto Dio è misericordioso “Il Signore, Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà” (Esodo 34,6), quanto Dio è grande, “Grande è la Sua gloria per la tua salvezza” (Salmi 20,6). La grazia del Signore è su Paolo e lo cambia, la grazia del Signore in quel momento lo trasforma perché lì avviene l’incontro che come un timbro infuocato gli pone il Suo sigillo, come dice la Scrittura: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, come una fiamma del Signore (Cantico 8,6). E il cuore di Paolo viene cambiato, sul cuore di Paolo viene posto il Sigillo di Dio, marchiato a fuoco dallo Spirito Santo. Il cuore di pietra di Paolo viene abbattuto come le mura di Gerico: “il grande Signore del mondo, il quale senza arieti e senza macchine ingegnose aveva fatto cadere Gerico al tempo di Giosuè.” (2Maccabei 12,15) e anche qui senza arieti e senza macchine ingegnose ma solo mostrando la sua gloria e la sua potenza e per il Suo Santo Spirito. Tanto che Paolo abbagliato dalla sua luce e dalla sua maestà subito lo riconosce come il suo Dio ed esclama: "che devo fare, Signore?"



E noi, quando siamo nati di nuovo come Paolo?

Siamo nati di nuovo? Quando? 
Siamo veramente rinati in Cristo da acqua e da spirito come disse Gesù a Nicodemo? 

Chi nasce di nuovo conosce il mese, il giorno e l’ora in cui è rinato poiché chi fa quest’esperienza battesimale non la può scordare essendo l’inizio di una nuova vita.

“Battezzami Signore col tuo Spirito” dice un canto del RnS che si canta frequentemente e prosegue “e lasciami sentire il fuoco del tuo amore qui nel mio cuore o Dio”. Questa è la nuova nascita. 

Questa è la presenza di Dio in noi, il fuoco del Suo amore nel nostro cuore, è il battesimo che ogni giorno Dio rinnova dentro di noi con il Suo Spirito. Basta invocarlo, basta chiedere: “Chiedete al Signore la pioggia tardiva di primavera; è il Signore che forma i nembi, egli riversa pioggia abbondante, dà il pane agli uomini, a ognuno l’erba dei campi.” (Zac. 10,1)” chiediamo a Lui tutti i giorni la pioggia dello Spirito su di noi che faccia crescere il seme del Battesimo che abbiamo ricevuto da piccoli: “Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Giov. 16,24) chiediamo nel Suo potente nome, nel nome potente di Gesù lo Spirito Santo che ci doni la gioia piena di Cristo, quella gioia che ci fa esplodere nella lode: “chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” (Mat 7,7) con la preghiera del canto "Battezzami Signore col tuo Spirito. E lasciami sentire il fuoco del tuo amore qui nel mio cuore, o Dio".




Paolo era pieno di zelo per un Dio che gli avevano raccontato. Serviva un Dio conosciuto attraverso le scritture, i precetti, le leggi, lontano ancora, un Dio che personalmente non aveva mai incontrato. Lo serviva in un modo molto umano, pieno di zelo nell'osservanza di regolamenti e comandi, fino a praticare l’oppressione, la guerra contro tutto ciò che per lui e secondo la Legge rappresentava un'eresia. Non aveva mai avuto alcuna esperienza diretta dell’amore di Dio. Fino a quel giorno in cui l’Amore, Gesù Cristo si manifestò a Lui.
Quando incontriamo il Signore egli ci guarisce ci monda dei nostri peccati, ci risana anima e corpo ci risetta e noi diventiamo con nostra grande sorpresa sue creature nuove, nasciamo di nuovo, è a questo punto che così rinnovati non apparteniamo più a questo mondo ma ci rendiamo conto che l’incontro che abbiamo fatto ci ha cambiato e ci cambia e anche noi ce ne andiamo glorificando Dio. 

Allora vogliamo 
anche noi essere folgorati da Gesù che ci porti vita nuova, vino nuovo, che ci porti la verità che ci porti ad adorarlo in spirito e verità in modo che tutto ciò che facciamo acquisti senso nuovo, il senso di essere accolti come figli rinati in Lui, introdotti da Lui nella vita in abbondanza che Egli è venuto a portarci, chiediamo che il Signore ci introduca nel suo Santuario.



“Io dissi allora: che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: alzati e prosegui verso Damasco”. 

Che debbo fare Signore? Lui ci ha detto “ricevi lo Spirito Santo, vai nel mio nome, prendi tutto ciò che ti ho dato, prendi con te il mio ufficio, tutto ciò che sono”(B.H.). Alziamoci e camminiamo cechi, fidandoci di Lui verso Damasco, abbandonando tutte le nostre presunzioni e tutto il nostro orgoglio spirituale che non serve a niente e veramente diventiamo strumenti di Dio camminando cechi fino a Damasco. E quando saremo lì allora sarà Lui a donarci una vista nuova. Occhi che vedono come Lui vede e la croce della testimonianza in premio, quella che ha ricevuto Paolo quando la sua vita fu cambiata da quella luce che entrando in Lui sbaragliò tutte le tenebre e le sconfisse. E che testimonianza vera che allora ci donò! E quante odissee e sofferenze questa testimonianza, che croce immensa da portare. Ma dentro di lui bruciava il fuoco sacro dello Spirito Santo che non gli dava tregua e Paolo non poteva non dire e non testimoniare ciò che aveva visto e udito.