"Mentre
camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli,
Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete
in mare, perchè erano pescatori.” (Mt. 4,18)
Introduzione
Tutte
le volte che penso alla figura di Pietro mi meraviglio di come il
Signore abbia potuto trasformare un pescatore non solo in un apostolo
e in un evangelizzatore ma anche in un … oggi noi diremmo
“teologo”.
“Infatti
dagli Atti degli apostoli emerge un aspetto importante della vita di
Pietro: la sua condizione culturale. Arrestato con Giovanni e
condotto in presenza del Sinedrio, l'apostolo rispose con saggezza al
loro interrogatorio, lasciando meravigliati i due giudici che lo
credevano senza istruzione e popolano. Pietro viene definito quindi
“agrammatos” cioè poco esperto delle Scritture, senza
preparazione scolastica né tantomeno retorica, ma anche “idiotes”,
cioè popolano, uomo degli strati più bassi.” (cit.) “Vedendo
la franchezza di
Pietro
e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani,
rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con
Gesù.” (Atti 4,13).
Dalle notizie sulla sua vita leggo che: “Simone originario di
Betsaida, oltre all'educazione di base e alla formazione di pescatore
fornita dal padre, avrà certamente ricevuto la consueta preparazione
nella sinagoga ma non frequentò nessuna scuola. Inoltre parlava con
un accento della Galilea (Mc14,70) e i sommi sacerdoti lo giudicavano
con disprezzo (Atti 4,13). Doveva per forza conoscere oltre alla sua
lingua madre, l'aramaico anche un po' di greco che era la lingua del
commercio dell'epoca e latino che era la lingua dell'impero romano”;
divenne poi il teologo, quello che comprese alla fine la Rivelazione
della venuta di Gesù tra noi. Ecco qui cerco di capire come questo
può essere avvenuto basandomi sull'esperienza personale
dell'incontro con Dio che è poi quella che la maggior parte dei
cristiani fa quando lo incontra veramente. E' una riflessione e una
possibile interpretazione.
1.
IL
SIGNORE HA BISOGNO DELLA TUA BARCA
“Il
Signore ne ha bisogno” (Mc 11,3)
In
realtà la sapienza acquisita da Pietro non viene dalla lettura di
testi o da scuole bibliche, è una sapienza che viene direttamente da
Dio. Certo, Pietro è stato con Gesù tre anni, e immagino siano
stati tre anni intensi in cui Pietro ha cercato in tutti i modi, con
le proprie forze, di seguire e comprendere Gesù. Fu attirato dalla
forza irresistibile che emanava da Gesù, la stessa che fece dire a
quella donna del Vangelo: “Beato
il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!” (Lc
11,27)
una forza che viene dal Padre stesso: “Nessuno
può venire a me, se non lo attira il Padre” (Gv. 6,44).
Fu colpito e attirato dalla scelta che Gesù fece su di lui, senza
chiedergli il suo parere e nemmeno il suo permesso, infatti: Mentre
la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio,
Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche
accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un
poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
(Lc.
5,1-3)
Gesù
“salì in una barca” dice la Scrittura. Praticamente Pietro se lo
trovò sulla barca. E' vero che Gesù lo aveva già visto e gli aveva
già parlato, ma Pietro ancora non conosceva Gesù come lo avrebbe
poi conosciuto in seguito. Per ora Pietro lo conosce solo attraverso
l'“annuncio” da parte di suo fratello Andrea: “Egli
incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: <<Abbiamo
trovato il Messia (che significa il Cristo)>> Gv. 1,4.
Pietro
si trova effettivamente un forestiero sulla sua barca, uno che aveva
visto, che gli era stato annunciato si, ma che restava uno
sconosciuto. Gesù gli dice di scostarsi un poco dalla riva, quindi
si siede e comincia a parlare dalla barca alle folle che stavano
sulla riva. Riflettendo su questo episodio pensavo a quante volte
nella nostra vita non ci siamo accorti che Gesù si è seduto nella
nostra barca e ci ha chiesto di prendere il largo! Magari lo abbiamo
allontanato, o espressamente chiesto di scendere e non gli abbiamo
permesso di portarci al largo e compiere il suo progetto attraverso
di noi.
Quando
Gesù si fermò da Pietro aveva intenzione di usare la sua barca. In
quel momento “ne aveva bisogno” allo stesso modo in cui poi ebbe
bisogno dell'asina per entrare a Gerusalemme: “Il
Signore ne ha bisogno” (Mc 11,3)
disse nel Vangelo di Marco rivolgendosi agli apostoli. Anche qui
tacitamente dice a Pietro la stessa cosa “Il Signore ne ha
bisogno”. Ho bisogno della tua barca Pietro.
Allora
il Signore ha bisogno della tua barca per compiere il suo mandato.
Per compiere il progetto del Padre così come Gesù ebbe bisogno di
quella barca che era di Simone per prendere il largo. Il Signore non
prenderà il largo da solo ma solo se ci sei tu.
Sono
molto belli i gesti di Gesù, sono pieni di una grazia pacata. Egli
non chiede a Pietro il permesso di salire sulla barca, ma poi in
realtà “gli
chiese di scostarsi un poco da terra”.
Anzi “lo pregò”. Scostati un poco da terra, allontanati un
pochino dalla riva, fidati un pochino. Tutto quello di cui il Signore
ha bisogno è uno piccolo assenso per entrare, un pochino di
disponibilità per agire, un pochino del tuo tempo. Per iniziare.
Chissà
che cosa disse Gesù alla folla dalla barca. Si può pensare che
sicuramente disse qualcosa di determinante per Pietro, disse qualcosa
per cui Pietro lo riconobbe. Per ciò che stava vivendo e
sperimentando in quel momento, e non per sentito dire, lo riconobbe
come un “Rabbi”, un maestro, ma forse anche di più. Difatti è
subito dopo il discorso di Gesù che Pietro inizia a chiamarlo
“Maestro”. Lo ha sentito predicare, è un Rabbi un esperto della
Sacra Scrittura che si è servito della sua barca, una guida
spirituale ma forse, anche qualcosa di più, intuisce Pietro.
2.
TI
DARO' UN NOME NUOVO
“ti
si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà”
(Isaia 62,2)
E
il profeta Isaia continua dicendo
“Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema
regale nella palma del tuo Dio”.
Ecco, così fu per Simon Pietro. Secondo il Vangelo di Giovanni, in
Giudea, nel luogo dove si manifestò il Battista, Gesù incontra
Simone. Andrea, suo fratello, era uno dei due discepoli e per primo
avvertì Simone: “Abbiamo trovato il Messia”, “e
lo condusse da Gesù. Gesù fissato lo sguardo su di lui disse: <<Tu
sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire
Pietro)>> (Gv. 1,42.
Il
Signore dà a Simone un nome nuovo. La bocca del Signore pronuncia la
parola “kefa” che nella lingua parlata dell'epoca, l'aramaico,
significava: roccia, punta di roccia. E'
qui che Gesù lo incontra.
Si, Gesù incontra Pietro. Il nome indica la vocazione di colui che
lo riceve. Pietro è un gioiello prezioso nella mano di Dio, egli
ora risplende e appartiene al suo Dio che lo ha chiamato. Il nome
nuovo di Simone indica il mutamento del suo destino: Simone che
significa “colui che ascolta” diventa ora Pietro una “punta di
roccia”. Tutto è cambiato. E' arrivato il Signore. Ma Pietro
ancora non si è reso conto della luce che ha visto.
Anche
oggi, perché il Signore è sempre uguale, ed è vivo, nel nome che
il Signore ti assegna c'è la missione per cui tu sei stato scelto.
Questa non è un esperienza esclusiva di Pietro ma di tutti quelli
che come Pietro fanno lo stesso incontro di Gesù vivo e vero e che
Gesù sceglie
come apostoli. Perchè il Signore lo ha promesso. Anche a noi darà
un nome nuovo: “Chi
ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince
io darò della manna nascosta e una
pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno
conosce, se non colui che lo riceve”. (Ap. 2,17). “Chi vince io
lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà
mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della
città del mio Dio, e della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da
presso il mio Dio, e il mio nuovo nome”. (Ap. 3,12). Questo
nuovo nome sarà conosciuto soltanto da colui il quale lo riceve. Si,
ciò che il Signore è in amore, in compassione, in fedeltà per
quelli che lo seguono fedelmente può essere sperimentato e gustato
soltanto personalmente, nella misura della nostra comunione con Lui.
3.
L'INIZIO
DELLA CONOSCENZA
“ma
sulla tua parola getterò le reti”(Lc. 5,5)
“Quando
ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate
le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato
tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò
le reti”. (Lc. 5,4-5)
Il discorso fatto da Gesù dalla barca induce Pietro a riconoscerlo come un Rabbi, un maestro. Ma che impatto deve aver avuto questa predicazione di Gesù su Pietro per aver fatto in modo che Pietro potesse dire di si e prendere il largo con la barca per andare di nuovo a pescare. Su quale parola Pietro gettò le reti?
Pietro
gettò le reti sulla parola di Gesù, perchè lo aveva appena
ascoltato predicare. Chi prima gli era sconosciuto ora gli diventa
famigliare. Durante la predicazione avviene qualcosa. Il momento che
va da Gesù che sale sulla barca, a quello in cui
Gesù gli dice di prendere il largo, è un momento catartico per
Pietro, un momento di conoscenza particolare. La predicazione di
Gesù arriva diritta all'intelletto di un grezzo pescatore, gli
arriva al cuore trapassandone la scorza e a Pietro si aprono gli
occhi del cuore. Entra in lui una piccola fiamma di conoscenza.
Una
conoscenza che gli farà rispondere alla richiesta assurda, quasi
ineseguibile, di Gesù: “non sento più la stanchezza di questa
giornata, ora mi sento rinnovato e sulla tua parola, su ciò che hai
appena detto alle folle e perché lo dici tu, e perché mi fido,
voglio andare a gettare le reti come mi hai detto di fare”. Pietro
dice a Gesù “io ci vado perché tu “mi
hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Ger. 20,7).
Pietro risponde subito alla conoscenza appena ricevuta. E' una
risposta spontanea, impetuosa. E' incontenibile l'entusiasmo per
quello che ha appena ascoltato. Sarà per Simon Pietro come l'inizio
di una nuova luce, una nuova vita che entra dentro di lui, una nuova
nascita dall'alto che ha già il suo nuovo nome e la sua nuova
missione “kefa”.
4.
PIETRO
LO INCONTRA
“Signore,
allontanati da me perché io sono troppo peccatore per starti vicino”
“E,
fatto ciò, presero una tale quantità di pesci che la rete si
rompeva. Allora fecero cenno ai loro compagni, che erano nell'altra
barca, perché venissero ad aiutarli. Ed essi vennero e riempirono
tutt'e due le barche, tanto che stavano affondando. Vedendo questo,
Simon Pietro si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: “Signore,
allontanati da me perché sono un peccatore”
La
Parola di Dio: “E'
viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa
penetra fino al punto di divisione dell'anima e
dello spirito, fino
alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri
del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma
tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo
rendere conto. (Eb 4,12-13)
Ecco l'effetto della Parola viva, cioè Gesù, su Pietro. Pietro
riconosce il Signore, e lo chiama così, “Signore”, quando gli
dice di allontanarsi da lui perché è peccatore: “Signore,
allontanati da me perché sono un peccatore”.
Pietro riconosce nel momento in cui dice a Gesù di allontanarsi che:
“Questi è
davvero il profeta, colui che viene nel mondo!(Gv. 6, 1-15).
Il
prodigio delle barche piene di pesci che quasi affondano è il segno
che conferma la predicazione che Pietro ha appena udito. Il segno, il
prodigio, lo convince definitivamente, tanto che lascia tutto per
seguirlo: “Tirate
le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”.
(Mt. 4,19-20)
La
predicazione e il miracolo hanno aperto gli occhi di Pietro ed egli
si rende conto nel medesimo istante della sua piccolezza e del suo
peccato e della grandezza di Dio. Le parole che ha udito poco prima
sono state confermate nel suo cuore con il prodigio e ora comprende
che tutto quanto ha ascoltato e visto può venire solo da “uno che
ha autorità”. Lo dice l'evangelista Matteo: (7,29)
egli infatti insegnava come uno che ha autorità,
e non come i loro scribi.
Lo dice Luca: “Tutti
furono presi da timore e si dicevano l'un l'altro: - che parola è
mai questa, che comanda con autorità
e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?”
E
quando noi ci scopriamo peccatori, scoperta che ci arriva come una
rivelazione, così come si è scoperto Pietro trovandosi davanti alla
Verità in persona, è perché anche noi abbiamo incontrato chi ci
ha tolto il velo dagli occhi, ora davanti a Lui comprendiamo quanto
siamo piccoli, fallibili, che tutte le nostre convinzioni sostenute
fino a quel momento si infrangono come una bolla di sapone.
Aprendoci gli occhi, Gesù ci mostra quanto fino a quel momento
abbiamo vissuto nelle tenebre, quanto abbiamo vissuto nell'ignoranza
e ciò che vediamo con gli occhi dello spirito ora non lo possiamo
più abbandonare. Per questo Pietro lo segue e lascia tutto. La
scelta di Gesù cade su di lui, e in quel tempo, quando ancora non
era arrivato lo Spirito Santo perché Gesù era ancora tra noi, il
Padre volge il suo sguardo su Pietro e gli rivela per la prima volta
chi fosse Gesù, lo dirà poi Pietro in Mt. 16,14 “Tu
sei il Cristo, il
Figlio del Dio
vivente” e Gesù
risponderà: “Beato
te Simone, figlio di Giona perché né la carne né il sangue te lo
hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”.
E
quando si incontra la Verità, la Via, la Vita in persona è il
momento in cui si nasce di nuovo nel Suo Spirito. Non è stato
infatti durante la chiamata che Pietro ha conosciuto il Signore. La
chiamata non è mai l'incontro. Si può essere chiamati da Dio a
servirlo ma l'incontro, cioè Lui che si rivela a noi può avvenire
in un altro momento della nostra vita, è una rivelazione che prende
iniziativa solo da Dio. Per Pietro la chiamata: quando Gesù
fissatolo gli diede un nuovo nome, non corrisponde all'incontro vero
con Dio: quando si rese conto di essere un peccatore, perché quando
avviene questo, e cioè il vero incontro e la conoscenza di Dio, si
lascia tutto. Non c'è più altro Dio all'infuori di Lui.
5.
VOGLIO
LAVORARE PER TE
«Non
temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
“Pietro
era rimasto sconvolto da quella pesca straordinaria e, come lui, lo
erano gli altri, ed anche i suoi soci, Giacomo e Giovanni, figli di
Zebedeo. Ma Gesù disse a Simone: “Non aver paura! D'ora in avanti
pescherai anime di
uomini!
E non appena sbarcarono, essi lasciarono tutto per andare con
Gesù”.(Lc. 5,10.
Ecco inizia la missione di Pietro, fianco a fianco a
Gesù. Il Signore lo investe con la missione di essere pescatore di
anime di uomini. E comincia la scuola della nuova pesca per questo
uomo nuovo che non è più quello di prima. E Pietro ora non chiede
altro se non di lavorare per il suo Maestro perché nient'altro lo
interessa più.
Ora
alla scuola del Maestro Pietro impara molte cose direttamente dalla
sua esperienza con Lui. Non le comprenderà subito ma solo quando su
di lui e su tutti gli apostoli scenderà lo Spirito Santo. Infatti la
Parola:“Essa
cominciò ad essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da
coloro che l'avevano ascoltata, mentre Dio ne dava testimonianza con
segni e prodigi e miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo,
distribuiti secondo la sua volontà. (Eb 1,14). Annunciata
dal Signore penetrata nello spirito di Pietro e confermata a noi da
Pietro, per i prodigi da lui visti mentre era con il Signore. “Andate
e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi
recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i
sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è
predicata la buona novella”.(Mt. 11,2-6).
6.
LA
PAROLA A PIETRO
Difficoltà e gioia
“… Sia
benedetto Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo che, nella sua
infinita misericordia, ci ha dato il privilegio
di nascere di nuovo:
ora facciamo parte della famiglia di Dio e viviamo nella speranza
della vita eterna, perchè Cristo è risorto dai morti”. (1Pt.1,3)
“Esultate di
gioia, allora!
E' meraviglioso ciò che vi aspetta, anche se adesso, ancora per un
po' di tempo almeno, vi toccherà affrontare svariate prove qui sulla
terra”.(1Pt.1,6)
“Voi amate
Cristo senza averlo mai conosciuto e credete in lui, anche se ora non
lo potete vedere; per questo siete felici, di una felicità
ineffabile che viene dal cielo”.(1Pt.1,8)
“Egli
stesso ha detto 'Siate Santi perchè io sono Santo'”(1Pt. 1,16)
Il popolo di Dio
“Perciò
liberatevi da ogni forma di male. Non limitatevi a fingere
di essere buoni!
Non siate
disonesti, né ipocriti, nè invidiosi;
e non fate
maldicenze!
Ora che avete toccato con mano la bontà del Signore, gettate alle
ortiche ogni cosa cattiva!” (1Pt.2)
“Siate
anche voi, allora, come
tante pietre viventi che,
entrando nella struttura dell'edificio, formano una casa spirituale.
Come sacerdoti consacrati a Dio, avvicinatevi
a Lui, voi
che siete graditi in virtù di Gesù Cristo, e offritegli i sacrifici
spirituali che egli gradisce”. (1Pt.2,5)
“Fratelli
miei, qui
siete soltanto forestieri.
Dato che la vostra vera casa è il cielo, vi prego di non aver nulla
a che fare con i desideri malvagi di questo mondo, che sono sempre in
lotta contro la vostra anima”(1Pt.2,11)
“Comportatevi
bene fra i non credenti,
così, invece di parlare male di voi e guardarvi con sospetto,
vedendo quanto bene fate, dovranno
lodare Dio nel
giorno in cui Cristo tornerà” (1Pt.2,12)
“E'
la volontà di Dio che, vivendo
nel modo giusto,
chiudiate la bocca a quelli che stupidamente condannano il Vangelo
senza conoscerlo, senza averne sperimentato la potenza. Voi
siete liberi dalle leggi, ma
non servitevi della libertà come paravento per agire male, bensì
per servire Dio”(1Pt. 2,15)
Il
valore della sofferenza
“Poichè
Cristo ha sofferto nel suo corpo, anche voi fatevi forti del suo
stesso atteggiamento: siate pronti a soffrire. Perchè, ricordate,
chi
è pronto a soffrire per fare ciò ch è giusto, ha scelto di non
vivere più nel peccato,
e intende passare il resto della sua vita, non più in balia delle
passioni umane, ma col desiderio di fare la volontà di Dio. Sono
finiti i tempi in cui vi dedicavate a tutte quelle brutte cose che
piacciono tanto agli atei:peccati sessuali, lussuria, ubriachezza,
orge, bagordi, idolatrie sacrileghe ed altri peccati vergognosi!
Naturalmente i vostri vecchi amici si meraviglieranno che non
vogliate più unirvi a loro in queste depravazioni, e perciò parlano
male di voi. Ma ricordatevi che dovranno rendere conto a Dio, che
giudica tutti, sia i vivi che i morti, ed essi saranno puniti per la
vita che hanno vissuto. Appunto per questo, il Vangelo è stato
annunciato anche ai morti, perchè, anche se il loro corpo è stato
punito con la morte, ora vivano secondo Dio nello Spirito”.(1Pt.4)
L'amore
cancella molti peccati
“La
fine di tutte le cose è ormai vicina. Perciò siate
giudiziosi e lucidi di mente,
per potervi dare alla preghiera.”(1Pt.4,7)
“Innanzitutto,
continuate ad
amarvi a vicenda, perché è l'amore che cancella molti peccati.
Siate ospitali fra voi, senza lamentarvi. Dio ha dato ad ognuno di
voi particolari capacità: fate in modo di servirvene per aiutarvi a
vicenda, mettendo così al servizio degli altri i dono che avete
ricevuto da Dio.”(1Pt.4,10)
“Siete
adatti a predicare? Predicate allora, come
se Dio stesso parlasse per
mezzo
vostro”.
(1Pt.4,11)
“Beati
voi, se siete maledetti e insultati, perchè siete cristiani!”
(1Pt.4,14)
L'importanza
di conoscere Cristo
“Volete
avere grazia e pace in abbondanza? Imparate,
allora, a conoscere sempre di più Dio e Gesù, nostro Signore!
Perchè conoscendolo meglio, Cristo vi darà, per mezzo della sua
divina potenza, tutto ciò di cui avete bisogno per vivere una vita
buona e dedicata a lui: Cristo condivide con noi perfino la sua
gloria e la sua bontà! E sempre per mezzo della sua straordinaria
potenza, egli ci ha dato tutte qulle cose grandi e preziose che ci ha
promesso. Per esempio ci ha promesso di salvarci dalla corruzione
che, a causa dei desideri malvagi, regna nel mondo; e non solo, ci ha
promesso di darci la sua natura divina. Ma per ottenere questi doni,
avete bisogno di qualcos'altro, oltre la fede, dovete anche sforzarvi
di essere attivi al bene, ed anche questo non basta. A questo punto,
bisogna
che impariate a conoscere meglio il Signore, per
scoprire che cosa vuole da voi. E chi conosce Dio deve imparare a
mettere da parte i propri desideri, per
diventare paziente e pio, disposto a lasciarsi guidare da lui e ad
adorarlo con tutto il cuore.
Questo
vi farà maturare ancora di più, e allora imparerete ad accettare il
prossimo e ad amare i vostri fratelli. Così
riuscirete finalmente a provare amore sincero verso tutti gli uomini.
Se vi comporterete così, non sarete indifferenti alle cose
spirituali, anzi, in voi aumenterà sempre più la conoscenza di Gesù
Cristo, nostro
Signore. (2Pt.1,2)
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