MARIA
E' FIGURA DI
OGNI
CREDENTE E DELLA CHIESA INTERA. CIO' CHE E' AVVENUTO A LEI DEVE
ACCADERE A CIASCUNO E A TUTTI NOI.
"L'Angelo,
essendo
entrato presso di lei,
le
disse: Ave, o colmata di grazia, il Signore è con te”.
(Luca 1,28 traduzione interconfessionale)
(Luca 1,28 traduzione interconfessionale)
1.
La
“colmata dalla grazia”
"Gioisci,
o piena di grazia: il Signore con te".
Nel
tentativo di spiegare cosa voglia dire essere riempiti dalla grazia, mi
viene in aiuto un'immagine profetica che mi riferirono tempo fa:
“essere colmati dalla grazia fino all'orlo, invasi dalla grazia che
spinge fuori da tutto il nostro essere ogni residuo di groviglio di
colpe che alberga in noi è come per una spugna che si impregna della
grazia di Dio e non può contenere altro”. Si può essere riempiti
dalla grazia come una spugna, ma quando e come? Chi ha avuto la certezza di
essere in un momento della sua vita riempito dalla grazia di Dio,
invaso dalla grazia di Dio come fa l'acqua con una spugna? Ecco se
strizzate una spugna e poi la rimettete nell'acqua potete vedere
esattamente come essa si impregna di tutta l'acqua possibile senza che ci
sia più una particella d'aria nella spugna. E' tutta pregna. Questa
immagine viene in aiuto alla potenza della grazia di Dio che riempie
l'anima, lo spirito e tutto l'Essere creatura di Dio. Questa
invasione della grazia spinge fuori ogni dubbio, ogni incertezza,
ogni tenebra, cancella ogni peccato perché è l'incontro concreto con Dio. Ecco, in Maria
questo è capitato. Per grazia e volontà di Dio questo incontro è
avvenuto, per scelta esclusiva di Dio “Tu
sei invidioso perché io sono buono?”
questo incontro si è avverato. E nella sua grandezza e nella sua
bontà Dio non ha aspettato il tempo dei 12 o 15 o 16 anni di Maria
ma da subito la sua grazia santificante è scesa su di lei. Perché
Dio non è avaro, “buono
e pietoso è il Signore, […] grande nell'amore”(Salmo 102).
Davide
esalta Dio cantando nel Salmo 139:
“tu mi hai plasmato il cuore, mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo Signore, mi hai fatto come un prodigio. Lo riconosco:
prodigiose
sono le tue opere. Il mio corpo per te non aveva segreti quando tu mi
formavi di nascosto e mi ricamavi nel seno della terra. Non ero
ancora nato e già mi vedevi. Nel tuo libro erano scritti i miei
giorni, fissati ancor prima di esistere. Come sono profondi per me i
tuoi pensieri! Quanto è grande il loro numero, o Dio! Li conto: al
risveglio mi trovo ancora con te. L'apostolo
Paolo scrisse ai Galati, Ga 1:15-16: “Ma
quando piacque a Dio, che mi aveva appartato fin dal grembo di mia
madre e mi ha chiamato per la sua grazia, di rivelare in me suo
Figlio, affinché l'annunziassi fra i gentili, io non mi consultai
subito con carne e sangue. Con ciò viene chiaramente confermato che
Dio calcola l'essere umano prima della sua nascita”.
E
quindi il Suo progetto è su ogni creatura. Essere “pieni di
grazia” che è quella che salva, significa essere sicuramente
salvati. E i meriti sono del nostro Signore Gesù Cristo. Essere
pieni di grazia, che ci rende santi e giusti e senza peccato,
significa essere completamente svuotati dal peccato, l'acqua invade
completamente la spugna e non c'è più nemmeno una bolla d'aria
all'interno di essa.
Come può essere che una madre che tiene nel
grembo per nove mesi una creatura concepita di Spirito Santo non
venga invasa e resa piena dello stesso Spirito? Non è possibile
andrebbe contro ogni principio evangelico e principio di Dio amore,
Dio che salva, per cui si mettono dei limiti alla potenza dello
Spirito di Dio che ha fatto risuscitare Gesù Cristo o si afferma che
intenzionalmente Dio non abbia riempito di grazia una creatura che ha
riempito di suo Figlio che è lo Spirito Santo stesso. E' un
controsenso.
“Resa piena di grazia” o “colmata di grazia”
indica chiaramente che si tratta di un dono fatto da Dio alla sua
creatura, una grazia progettata dall'eternità, una grazia
abbondante, duratura, una grazia perfetta non una grazia a metà,
scrive Paolo “Così
la bontà del Signore è stata abbondante su di me: mi ha dato la
fede e l'amore che vengono dall'unione con Gesù Cristo” (1 Tm.
1,14). Altrimenti
sarebbe
come dire che Dio dona con parsimonia e ama invece chi dona con
gioia: “Dio
ama chi dona con gioia” 2Cor 9,7, quando
Dio apre le mani e dona , dona infinitamente. Allora
questo dono è gratuito, per tutti anche per Maria.
E se
non si comprende ciò che Dio ha fatto con Maria non si capisce fino in fondo l'immensità della gratuità della sua grazia, non
si capisce cosa vuol dire “riposare nello Spirito” e nemmeno cosa vuol dire “essere uno con Dio”, non
capiremmo il cantico dei cantici fino in fondo e non ci sfiorerebbe
nemmeno l'idea che ciò che è successo tra Dio e la sua creatura
Maria possa succedere anche a noi. Inoltre non capiremmo fino in
fondo cosa vuole dire “avere una relazione con Dio”.
Sappiamo
bene che mai una donna accetterebbe di avere un figlio senza prima
avere avuto una relazione profonda con il marito o padre del futuro
figlio altrimenti sarebbe una violenza, un abuso. Dio è il più
grande corteggiatore della sua creatura, il più grande innamorato
tanto che Geremia disse a Dio: ”mi
hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurre”. Ger. 20,7.
Ora come si fa a pensare che Dio abbia solamente affittato un utero
per operare la sua volontà? Come si fa a pensare che un Dio così
innamorato delle sue creature, della sua creatura possa non
ricolmarla di tutti i doni e di tutte le grazie in abbondanza e non
instauri nessuna relazione con lei. Questo è un pensiero umano, è
un ragionamento che appartiene agli uomini, non è una cosa che Dio
che Amore può fare. Ciò appartiene ad un immagine di Dio sbagliata, di
un Dio padrone e non di un Dio che si è abbassato totalmente ad
amare una creatura in modo sponsale da cui nasce un Figlio, suo
Figlio nella carne. Se non si comprende questo non si può capire nemmeno
come Dio ci ama. Diciamo che, la vicenda di Maria e Dio,
l'Incarnazione della Sua Parola, è
la chiave
per comprendere l'amore di Dio per noi.
In questa storia nella quale
Dio concepisce in Maria noi siamo coinvolti perché anche in noi uomini e
donne che apriamo la porta allo Spirito di Dio che viene a dimorare
in noi, lo Spirito ci porta a concepire Gesù dentro di noi per poi
darlo alla luce per gli altri. Questo è stato il progetto di Dio per
la sua creatura Maria e lo è oggi valido per noi.
Tra i carismatici si conoscono alcuni modi esperienziali di agire di Dio. Uno di questi è definito “riposo nello Spirito”, momento in cui la grazia di Dio scende e ci
rende pieni della sua presenza e conosciamo il Signore. Avviene un incontro intimo con il Signore. Un incontro che non è
possibile negare sia avvenuto per Maria perché Dio è uguale
sempre e il modo in cui tratta con le sue creature è lo stesso. Quando la grazia
di Dio entra in noi non può che lavare ogni peccato, bruciare ogni
peccato e salvarci. E in Maria non ha avuto solo l'accesso la grazia
di Dio, ma anche la Parola viva, la Parola incarnata, il Re dei re,
il Signore dei Signori, il Santo dei Santi, la grazia santificante.
Impossibile che lei non ne sia rimasta trasformata, toccata,
santificata. Non è possibile che non ci siano stati effetti
collaterali su di lei a questo evento che la riguarda in prima
persona. “Ecco,
io faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5).
Ma
che cos'è questo peccato da cui questa creatura è stata svuotata
per essere riempita dalla sua grazia? Cit. "il rapporto tra Dio e
Israele, si può notare che nei profeti non si riduce ad una
relazione giuridica. Si tratta di una relazione d'amore, e questo
amore è espresso con tenerezza. Il peccato, la violazione della
Torah, diventa allora un'infedeltà d'amore, un adulterio. Israele è
totalmente di Dio come una sposa è del suo sposo. 'Il
Signore che si chiama Geloso, è un Dio geloso ' - Es 34,14.
Israele
è totalmente di Dio", Maria è di Dio totalmente una relazione che
esclude qualsiasi altra relazione sponsale: “il
mio diletto è per me e io per lui. Egli mi dice: mettimi come
sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte
come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le
sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi
acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo” (Ct.
2,8).
Paolo dice: "sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo ..." 1 Cor 11,2.
L'amore di Dio verso Maria non è un evento fugace, effimero ed ambiguo poiché l'amore di Dio verso l'umanità intera non è un amore fugace, effimero ed ambiguo. Maria non è solo una favorita ma è molto di più "è resa piena di grazia" dall'amore di Dio, dalla stabilità, dalla forza, dalla pienezza di un amore che "ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. (Gv.3,16).
E in questa profezia di Isaia: "il tuo nome sarà 'gioia del Signore' e la tua terra si chiamerà 'sposa felice'. Infatti sarai veramente la delizia del Signore e la tua terra avrà in Lui uno sposo. Come un giovane sposa una ragazza, così il tuo creatore sposerà te. Come l'uomo gioisce per la sua sposa, così il tuo Dio esulterà per te. (Is. 62:4,5) si compie il destino di Maria scelta per rappresentare l'umanità intera per il dono di Dio al mondo intero.
2.
“KEKARITOMENE”
“ti
si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà”
(Isaia 62).
Il
Signore ci chiama con il suo nome. Il nome indica
la vocazione di colui che lo riceve.
L'angelo
all'annuncio pronuncia questo nome “kekaritomene”,
è il nome che il Signore dà a Maria, un nome che racchiude un
significato, un segreto, una vocazione: “colmata di grazia, piena
di grazia, dotata di grazia, leggiadra, graziosissima, bellissima,
prediletta, graziatissima, oggetto della grazia divina, onorata dalla
grazia, benedetta dal favore divino, guardata con grazia, resa
splendida dalla grazia, favorita dalla grazia, circondata dalla
divina grazia”.
Sempre
nel nome che il Signore assegna c'è la missione per cui siamo stati
scelti, così lo fu per Simone che da “colui che ascolta” diventò
Kefa, Pietro “punta di roccia”. Questa non è un esperienza
esclusiva di Maria o di Pietro ma di tutti quelli a cui Dio si
manifesta. Perché a tutti noi Dio dice intimamente: “ti
si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà,
sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale
nella palma del tuo Dio”. Scrive a questo proposito padre Silvano Fausti: “Il
mio nome vero infatti è l'amore che Dio ha per me”
Nel
tempo ci sono sempre state diverse traduzioni dal greco del termine
“kekaritomene”,
ma riporto qui una citazione trovata in un libro che potrebbe rendere
bene l'idea dell'importanza di questo "nome nuovo" assegnato da Dio a
Maria poiché è qui, in questa parola che si comprende intimamente
quanto grande per noi è l'amore di Dio:
"Di
fatto 'kekaritomene'
si dovrebbe dire 'tu che sei stata, che sei e che rimani
stabilmente
colmata dalla grazia divina'.
Traducendo
invece dal greco, come alcuni fanno, “kekaritomene”
solo con “favorita”,
si rischia di presentare l'amore di Dio verso Maria come un evento
fugace, effimero ed ambiguo: le favorite dei re e dei potenti erano
(e sono) personaggi soggetti ad un continuo ricambio e ad eterni
capricci. Tradurre
"kekaritomene"
con "favorita dalla grazia" o "colmata di grazia"
enfatizza l'immensità della grazia di Dio verso l'umanità".
L'amore
di Dio per Maria che si è trovata a rappresentare l'umanità intera
non può essere un amore fugace, l'amore di Dio per ogni creatura non
è un evento ambiguo o effimero. L'amore di Dio per la sua creatura è
sempre un amore sponsale, stabile, eterno come è descritto nelle
Scritture.
E
la nascita di Gesù ci conferma che l'amore sponsale di Dio per il
suo popolo, per Maria, non è una metafora usata dai profeti per
descrivere il tipo di amore di Dio, ma è concreto. Una concretezza
che porta all'Incarnazione del Verbo nel grembo di Maria. Quindi
l'amore di Dio per noi è a tutti gli effetti un amore sponsale.
Giovanni
Paolo II ha giustamente osservato che: "Per
rendere con più esattezza la sfumatura del termine greco, non si
dovrebbe quindi dire semplicemente "piena di grazia", bensì
"resa
piena di grazia"
oppure "colmata
di grazia",
il che indicherebbe chiaramente che si tratta di un dono fatto da Dio
alla Vergine. Il termine, nella forma di participio perfetto,
accredita l'immagine di una grazia perfetta e duratura che implica
pienezza. Lo stesso verbo, nel significato di "dotare di
grazia", è adoperato nella Lettera agli Efesini per indicare
l'abbondanza di
grazia,
concessa a noi dal Padre nel suo Figlio diletto (Efesini 1,6)".
Un autorevole pastore della chiesa cattolica ha anche recentemente
sottolineato come "Nel Libro dell’Esodo leggiamo che anche Dio
è “pieno di grazia” (Esodo 34,6), ma mentre Dio lo è in senso
attivo, come colui che riempie di grazia, Maria lo è in senso
recettivo come Colei che è stata riempita di grazia e per questo è
diventata icona sublime della divina grazia.
La
chiave per comprendere quindi questo amore di Dio per noi, che ha
fatto si che Egli si abbassasse, la troviamo nell'Incarnazione:
perché “La
vita cristiana porta nel suo cuore e ha come principio e come fine
l'incarnazione del Verbo, tutta centrata su questo mistero, è una
continua attualizzazione 'oggi' del 'si' che ha attirato Dio nel
mondo. […] La Parola si fa carne in noi, senza lasciarci più e
l'angelo può andare ad annunciarla ad altri, fino a quando il
mistero compiutosi in Maria sarà compiuto tra tutti gli uomini. La
salvezza di ogni uomo è diventare come Maria: dire 'si' alla
proposta d'amore di Dio, dare carne nel suo corpo al suo Verbo
eterno, generare nel mondo il Figlio”
(padre S. Fausti).
3.
Dio,
non vuole uteri in affitto.
"Non
temere, Maria, hai trovato infatti grazia presso Dio. Ed ecco,
concepirai nel ventre e genererai un figlio, e lo chiamerai di nome
Gesù. Costui grande
sarà,
Figlio dell'Altissimo sarà chiamato;
gli
darà il Signore Dio mio il trono di Davide suo padre e regnerà
sulla casa di Giacobbe per i secoli e del suo regno non sarà fine”
Si
Dio non è propenso alle relazioni fugaci o agli uteri in affitto,
Dio è per le relazioni d'amore: “Perché
tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti
amo” Is 43,4.
Non
sono forse le stesse, le cose che Dio dice a noi e che disse prima a lei?
Se
Dio fosse propenso alle relazioni fugaci con le sue creature, che Dio
sarebbe? La sua creatura, Maria, ha portato in grembo la grazia
santificante, la Parola viva, lo Spirito di Dio. E con questo si può
veramente pensare che non ci sia stata una relazione intima tra la
creatura e il suo creatore?
C'è
sempre stata una relazione tra Dio e tutti i suoi profeti tra Dio e
il popolo di Israele amato da Dio con amore di sposo. Dio infatti
dice al suo popolo Israele: “il
tuo creatore è il tuo sposo” Is 54:5.
Se non ci fosse stata alcuna relazione d'amore tra Dio e la sua
creatura Maria allora questa annunciazione sarebbe stata una
violenza, un'imposizione. Dio chiede al suo popolo, chiede anche
alla sua creatura Maria se vuole essere presa in sposa: “Io
ti fidanzerò a me per l'eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e
in equità, in benevolenza e in compassioni. Ti fidanzerò a me in
fedeltà, e tu conoscerai il Signore; Os. 2: 16-23; allora
questo Figlio dell'Altissimo è nato da una relazione d'amore tra Dio
e il suo popolo, tra Dio e Maria. Maria non è stata scelta dopo perché era una donna eccezionale,
una donna di fede, una donna di preghiera, ma perché è una donna “scelta da
Dio” perché già progettata, come per Geremia anche a lei Dio
dice: «Prima
di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu
uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle
nazioni».
Prima
che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato, ti ho stabilito madre di
Gesù. Madre di Gesù uomo che non si può scindere dal Gesù
Salvatore e dal Dio che si è rivelato in Gesù. E Dio “ha
scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha
scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è
nulla per ridurre a nulla le cose che sono. (1 Cor. 1,26). Papa Francesco ci dice di Maria che “è
il modello di fede al quale tutti dobbiamo fare riferimento.
Lei
non era nulla più che una semplice donna ebrea la quale viveva
nell'attesa della redenzione del popolo ebraico. Ma
in quel cuore di giovane figlia di Israele c'era un segreto che lei
stessa ancora non conosceva. Per lei Dio aveva progettato un futuro
diverso, sarebbe stata madre del Redentore. […] in Maria si compie
la fede di tutto il popolo di Israele”.
Il
segreto chiuso nel cuore di questa giovane figlia di Israele era il
nome che Dio le aveva indicato con la sua bocca: “kekaritomene”
e che custodiva nel suo cuore. Un nome nuovo “piena
di grazia”,
un programma nuovo per la sua vita, un progetto di Dio racchiuso in
quel nome nuovo, ma quale progetto? Si sarà chiesta molte volte
Maria ripensando alle parole di Dio. E quante volte ripetendo nel suo
cuore quella Parola donatale da Dio le sarà venuta alla mente la
preghiera del Salmo: “Luce ai miei passi è la tua Parola, luce
sul mio cammino”. “Kekaritomene” l'unica luce che in quel
momento illuminava i suoi passi. “Kekaritomene” la manifestazione
di Dio nella sua vita. “Kekaritomene” la parola che la faceva
sussultare di gioia e che la riempiva di amore. L'amore di Dio, sposo
di Israele l'aveva chiamata: leggiadra,
graziosissima, bellissima, e l'aveva circondata della Sua grazia.
Come
avrebbe potuto Maria non innamorarsi del Dio di Israele che si era
fatto conoscere, che a lei si era manifestato. Come avrebbe potuto
Maria non innamorarsi di questo Dio ripensando ogni volta al nome
nuovo pronunciato dalla Sua bocca?
Dio,
“il
sussurro di una brezza leggera” le
aveva detto, proprio a lei “Ti saluto Maria, colmata della mia
grazia, piena della mia grazia, dotata della mia grazia, leggiadra,
graziosissima, bellissima, prediletta, graziatissima, oggetto della
mia grazia divina, onorata dalla mia grazia, benedetta dal mio divino
favore, guardata dalla mia grazia, resa splendida dalla mia grazia,
favorita dalla mia grazia, circondata dalla mia grazia. Mentre la
stessa grazia l'avvolgeva e la riempiva come una spugna quando è
strizzata e poi viene immersa nell'acqua.
E
come avrebbe potuto Maria non innamorarsi di questo Dio che l'aveva
chiamata e riempita della sua grazia e con il quale stava cominciando
una relazione d'amore.
“Dio
ha un grande sogno. Vuole entrare in intima relazione con l'uomo, con
ogni uomo, di ogni tempo, spazio e di qualsiasi razza. Questa
relazione che Dio stabilisce con l'uomo non è generica, astratta, ma
specifica, incarnata, non è soltanto filiale ma intima: è un
relazione sponsale e nuziale. (Romolo Taddei in Cammini di speranza
di tenerezza e di gioia)
E
continua Papa Francesco: “ Maria
visse la sua fede nella semplicità delle mille occupazioni e
preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere cibo, il
vestito, la cura della casa”.
E in questa quotidianità viveva il suo rapporto con lo Sposo.
“L'Amore
è amato, ha trovato una casa dove abitare e la casa dell'uomo non è
più deserta. L'incarnazione ha un carattere 'passionale': rivela la
passione di Dio.” (padre S. Fausti).
E
dov'è la nostra relazione con Dio? Lo abbiamo mai sentito dire a noi
le stesse parole che disse a Maria? Forse siamo stupiti che lui possa
dire a noi quelle stesse parole ma Maria è figura di ogni uomo e di
tutta la Chiesa ciò che è avvenuto a lei deve avvenire a ciascuno e
a tutti noi. “Signore,
tu mi scruti e mi conosci; mi siedo e mi alzo e tu lo sai. Da lontano
conosci i miei progetti: ti accorgi se cammino o se mi fermo, ti è
noto ogni mio passo. Non ho ancora aperto bocca e già sai quel che
voglio dire. Mi sei alle spalle, mi stai di fronte; metti la mano su
di me! E' stupenda per me la tua
conoscenza;
è al di là di ogni mia comprensione”.
Possiamo
provare a ritirarci in preghiera e considerare detta a noi la parola
detta a Maria: "rallegrati o piena di grazia, il Signore è con te". E questa non sarà una preghiera a Maria ma, ripetendo queste parole dentro di noi, come dette a noi, custodiremo lo stesso segreto di Maria e sarà come lo stesso annuncio di Dio a Maria, di Dio a noi, l'inizio di una relazione stabile, duratura ed eterna con il nostro stupendo Dio.